La presenza in migrazione della Cicogna bianca in Abruzzo è fatto abbastanza regolare ma vederne uno stormo di 32 assieme con lo sfondo di uno tra i più bei paesaggi d'Abruzzo rimane sempre un'esperienza affascinante.
Le tre foto scattate dal socio SOA Massimo Pellegrini dopo una segnalazione dell'appassionato Mario Rainaldi documentano la presenza di una specie che fortunatamente sta tornando a nidificare in molti siti italiani ed europei.
Per ragioni di tutela preferiamo non indicare il posto esatto dove queste meraviglie della natura si sono fermate per rifocillarsi per qualche giorno durante il lungo viaggio dall'Africa all'Europa.
È l'occasione per evidenziare per l'ennesima volta l'importanza degli altipiani maggiori abruzzesi come siti di sosta per l'avifauna durante la migrazione sia primaverile che autunnale. Sono luoghi che dovrebbero essere individuati e mappati secondo la direttiva comunitaria 147/09/CE "Uccelli" a fini di tutela ma l'Abruzzo, privo di Piano faunistico venatorio, non ancora provvede. Tra l'altro a poche centinaia di metri dal punto di osservazione i nostri soci hanno osservato ben tre gruppi di cacciatori con cani in addestramento che costituiscono, come più volte affermato dall'ISPRA e dalla stessa Corte Costituzionale in una recente sentenza proprio su una abruzzese sull'addestramento cani, una forma di disturbo sia per i migratori sia per le specie che stanno iniziando a riprodursi (alcune di queste nidificano a terra).
Questa segnalazione si aggiunge a quelle di altri animali protetti quali falchi grillai, albanelle reali e minori e altri rapaci che in aprile-maggio e settembre-ottobre si concentrano in territori ristretti dove riescono ad alimentarsi. Se pensiamo che la loro migrazione può coprire traiettorie di 5-6.000 km si comprenderà l'importanza di evitare qualsiasi forma di disturbo in momenti delicatissimi come la sosta.