Dopo una requisitoria fiume, durata quasi dieci ore, in cui si sono alternati i due pm titolari dell'inchiesta, Andrea De Feis e Luca Sciarretta, le richieste di condanna per i dodici imputati del maxi processo Castrum sono state pesantissime: complessivamente 51 anni di reclusione. A tratteggiare le linee di «uno schema solido e illecito» un'accusa che imputazione dopo imputazione ha voluto dimostrare come al vertice ci fosse lei, Maria Angela Mastropietro, la dirigente al Comune di Giulianova (ora sospesa) che ha avuto «una gestione clientelare dell'ufficio tecnico».
Fondamentali sono state le intercettazioni telefoniche durate due anni. Tutto inizia con l'ascoltare proprio la dirigente. I dodici (nell'elenco figura anche la società dei fratelli Scarafoni accusata di un illecito amministrativo, ndr) sono finiti a processo a vario titolo per reati che vanno dalla corruzione, tentata concussione, induzione indebita a dare o promettere utilità, abuso d'ufficio, falsità in atti pubblici in materia di edilizia e urbanistica. Eppure, scrive Il Messaggero oggi, ed evidenziano i magistrati, «non c'è stato un passaggio di soldi nelle valigette come all'epoca di Tangentopoli, ma un alto tenore di vita della Mastropietro e di suo marito Stefano Di Filippo che non corrispondevano ai loro redditi», l'esempio è l'acquisto dei una barca da 300mila euro e poi i versamenti per un totale di quasi mezzo milione di euro sul conto della dirigente comunale.
Ecco le richieste di condanna avanzate dai pm nel primo grado di giudizio: 7 anni e 10 mesi per Maria Angela Mastropietro; 7 anni e 8 mesi per Stefano Di Filippo; 6 anni e 2 mesi per ciascuno dei fratelli Scarafoni, Andrea e Massimiliano; 4 anni e 2 mesi per Carmine Zippilli; 4 anni e 2 mesi per Nello Di Giacinto; 4 anni e 8 mesi per Filippo Di Giambattista, detto Fifì; 4 anni e un mese per Sergio Antonilli, collaboratore di Di Filippo; un anno e 10 mesi per Guerino Di Saverio, tecnico progettista; 4 anni e 4 mesi per Ennio Di Saverio; 3 mesi e 8mila euro di ammenda per Ida Scarponi, e infine, la richiesta di ritenere responsabile di illecito amministrativo la società Scarafoni srl con sanzione pecuniaria di 64mila euro e il divieto di contrattare per cinque anni con gli enti pubblici. Domani inizieranno le arringhe delle difese. E poi la decisione del collegio, presieduto dal giudice Franco Tetto.