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Nell'ambito di una complessa indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Teramo, finanzieri della Compagnia di Giulianova hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo, emesso dal G.I.P. del locale Tribunale, finalizzato alla confisca anche "per equivalente" di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie, per un ammontare complessivo di 4.271.666,00 euro, riconducibili ad un professionista giuliese ritenuto il "dominus" di un articolato sistema di truffa riguardante migliaia di richieste di incentivi legate alla sostituzione di impianti termici.
Il provvedimento cautelare è conseguente alla conclusione dell'attività investigativa consistita nel minuzioso screening di 2.414 pratiche di richiesta dell'incentivo energetico per l'installazione di impianti di climatizzazione, termo camini, stufe a pallet e scalda acqua. Nel corso delle indagini è emerso, tra l'altro, che 1.745 pratiche sono risultate corredate da falsa documentazione, in base alla quale il GSE (Ente Pubblico il cui capitale sociale è interamente di proprietà dello Stato) ha erogato, indebitamente, a favore di numerosi soggetti privati, incentivi pubblici per complessivi € 4.271.666, procurando un grave danno per lo Stato.
In relazione alle richieste di incentivo economico in parola, l'ideatore e realizzatore del disegno criminoso (Di P.L.), ha posto in essere direttamente gli artifici e raggiri, avvalendosi di tre suoi collaboratori. In particolare, lo stesso, ponendosi quale intermediario tra il cliente acquirente del nuovo impianto ed il fornitore dell'impianto medesimo, ha falsificato le fatture di acquisto, ha prodotto falsi formulari rifiuti ed ha creato false immagini fotografiche dei vecchi impianti da sostituire (per dimostrarne l'esistenza), inducendo in errore il GSE che, sulla scorta di detta falsa documentazione prodotta, ha erogato i contributi sopra indicati.
L'ammontare del decreto di sequestro preventivo è pari al totale dei contributi illecitamente richiesti ed erogati dal GSE in relazione alle pratiche artatamente falsate, costituente altresì il profitto diretto del reato.
Ai 4 indagati ai quali è stato notificato anche l'avviso di conclusione indagini, è stato contestato, in concorso tra loro, il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato previsto dall'art. 640 bis c.p.