C'è un indagato nella vicenda della famosa porta del teatro Bataclan di Parigi, su cui l'artista Banksy aveva realizzato un murales per ricordare le novanta vittime del terribile attentato terroristico del 13 novembre 2015, è ricomparsa in un casale di campagna, a Sant'Omero.
Si tratta di G.P., imprenditore di nazionalità francese, ma residente a Tortoreto, titolare di un B&B non si sa se implicato come proprietario della cascina (abitata da una donna cinese) oppure di ricettatore. L'uomo, al momento del blitz, scrive Il Messaggero, sarebbe caduto dalle nuvole dichiarando di non sapere nulla nè del furto nè della valenza artistica e simbolica della porta.
L'attività di polizia giudiziaria, che non è conclusa, non sembra orientata nel mondo del terrorismo o del finanziamento allo stesso, nonostante che la provincia di Teramo (a Martinsicuro e Alba) sia stata interessata nel settembre dello scorso anno da una importante inchiesta del Ros dei carabinieri e Scico delle Fiamme gialle (sempre targata Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo dell'Aquila, pm lo stesso Renzo e il sostituto procuratore David Mancini) su un presunto giro di denaro volto a finanziare, dietro la vendita di tappeti e lavori edili, l'organizzazione radicale islamica Al-Nusra con base in Siria. Nell'inchiesta fu coinvolto anche un imam di una moschea a Martinsicuro.
L'opera recuperata è l'immagine di una ragazza in lutto, dipinta su una delle porte di emergenza del famoso locale della capitale francese, dove novanta persone furono uccise nell'attacco del 13 novembre 2015.
La porta col murales era stata tagliata e portata via il 26 gennaio dello scorso anno. Il furto della ragazza stencil bianca e in lutto del notissimo artista Banksy, aveva suscitato choc in Francia, con la direzione del Bataclan che aveva parlato di «profonda indignazione» per il furto di un'opera che «apparteneva a tutti: residenti locali, parigini, cittadini del mondo». Il teatro aveva poi commentato, via Twitter, che «l'essenza stessa dell'arte urbana è quella di dare vita a un'opera d'arte in un ambiente particolare e noi siamo convinti che questa opera aveva senso solo in questo particolare luogo. Questa è la ragione per la quale noi l'avevamo lasciata lì, libera, sulla strada, accessibile a tutti».