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Nulla di fatto a Pietracamela: dopo il tavolo tenutosi nella mattinata di ieri con Comune, Amministrazione Separata, Siget e Gran Sasso Teramano,la cabinovia dei Prati di Tivo resta chiusa. Domani si spera nell'esito della conferenza dei servizi convocata d'urgenza in Regione. Dal 31 maggio l’impianto costato 11 milioni è fermo perchè non arriva il rinnovo delle “concessioni d’esercizio”, cioè la convenzione per l’uso dei terreni su cui sorgono gli impianti, fra la Gran Sasso teramano e l'amministrazione separata titolare dei terreni. La Gran Sasso teramano deve pagare il canone: ed è qui che si confermano tutti i problemi di liquidità della società che, intanto, nell'ultimo Consiglio provinciale svoltosi ieri sera ha incassato, dopo un primo rinvio, il voto della sola maggioranza sulla convenzione con cui la Provincia di Teramo affida la titolarità-gestione della cabinovia per altri 15 anni alla sua partecipata pubblica. Il canone preteso è di 78mila euro: troppo alto. La Gran Sasso Teramano non ha i soldi ma senza il pagamento di quel canone, come da parere legale del C0mune di Pietracamela e della Regione Abruzzo, non si può sdoganare l'autorizzazione al rinnovo dell'uso dei terreni né l'ordinanza del sindaco Antonio Di Giustino. Giugno doveva essere il mese delle escursioni. Ma i turisti per ora restano a piedi. Alla conferenza dei servizi urgente in Regione, domani, prenderà parte anche l'assessorato ai trasporti e quello all'agricoltura e usi civici: obiettivo, far riaprire l’impianto per il week end. Ma per la Gran Sasso Teramano quei 78mila euro pretesi dagli enti titolari dei terreni sono una somma spropositata e punta sulla richiesta di un’autorizzazione temporanea per far funzionare gli impianti. E intanto, quella tranche di fondi Fas sbloccati (5,7 milioni di euro) non arriva.  Prati_di_Tivo_impianti_copia