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MARIONUGNESChi non ricorda il famoso proverbio “la superbia andò a cavallo e tornò a piedi”?

E’ il detto che si addice perfettamente all’ordinanza del Tar Abruzzo di oggi, 12 maggio, con cui viene concessa la sospensiva delle delibere del Consiglio comunale in cui Nugnes, Pavone, la Mastrilli, la Recchiuti e tutti gli altri, senza alcun rispetto del Regolamento consiliare, discussero in modo illeggittimo gli emendamenti delle opposizioni accorpandoli, senza ascoltare le proteste, i consigli o i suggerimenti da parte dei consiglieri di minoranza i quali, a tutela dei propri legittimi diritti, si sono dovuti giustamente rivolgere al Tar che ha accolto il ricorso presentato.

In quell’occasione apparve ancor più chiaro l’atteggiamento di arroganza che sta caratterizzando fin dai primi giorni l’attuale amministrazione comunale. Per cui ci auguriamo che dopo questa ennesima batosta la maggioranza sia più umile e modesta, accetti il confronto dialettico con le opposizioni da cui Nugnes e soci hanno molto da imparare, sia sul piano dei comportamenti che dei contenuti.

E’ necessario ricordare che l’importante e significativa decisione del Tar deriva da una decisa azione politica e amministrativa portata avanti dai consiglieri comunali Francesco Di Giuseppe e Teresa Ginoble, assieme a Giuseppe Olivieri, Presidente dell’associazione operatori turistici Roseto Incoming, che si rivolsero al TAR. Il ricorso discusso oggi non venne sottoscritto dal Consigliere Petrini, per indisponibilità dovuta ad un lutto familiare, e da William Di Marco, che nel frattempo si era dimesso, anche se entrambi presentarono numerosi emendamenti in Consiglio per modificare le sciagurate decisioni di Nugnes e compagni. Anche la Lega sostenne la battaglia portata avanti dalle opposizioni ma, in quei giorni, l’On. Giuseppe Bellachioma non era ancora presente in Consiglio per cui anche lui, come Di Marco, non ha potuto firmare il ricorso.

La decisione del TAR che ha “impallinato” il DUP - Documento unico di programmazione,  porta anche alla riduzione del periodo di applicazione dell’imposta di soggiorno, dai sette mesi previsti da Nugnes a soli tre mesi, (Giugno -Agosto), come lo scorso anno. Si tratta di quattro mesi in meno di applicazione del tributo, praticamente le richieste che i consiglieri di opposizione e Roseto Incoming avevano fatto all’amministrazione che, però,  non le aveva prese in alcuna considerazione.  Il ricorso ha portato ad un pronunciamento molto chiaro del Tribunale Amministrativo Regionale abruzzese che, tra l’altro, ha confermato interamente le motivazioni della sentenza di fine 2018 per la quale il Comune di Roseto deve ancora rimborsare l’imposta di soggiorno incassata. Adesso dovranno essere modificate le previsioni del bilancio comunale e, in caso di presumibile sentenza favorevole nell’udienza di trattazione del merito del prossimo 19 Ottobre, restituite anche le somme pagate finora come imposta di soggiorno e indebitamente incassate dal Comune.

Tutto questo per gli errori di Nugnes, di Pavone, della Presidente del Consiglio Recchiuti e di dell’intera amministrazione comunale che continua a dimostrare la propria incompetenza e superficialità danneggiando ogni giorno di più l’intera comunità rosetana.

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