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DUECENTOEURO
Martedì scorso il Cicas della Regione Abruzzo ha confermato, per il 2022, l'elargizione della mobilità in deroga per 150 lavoratrici e lavoratori licenziati prima del 2017 da aziende della Val Vibrata.

Un'indennità, finanziata con i fondi dell'area di crisi complessa, che non supera 500 euro mensili ma che rappresenta l'unica fonte di sostentamento per gente che non riesce a trovare una nuova occupazione.

Donne e uomini, nella maggior parte dei casi ultracinquantenni, che vivono sulla propria pelle gli effetti di una crisi tutt'altro che temporanea. Presone che prima degli altri vanno aiutate.

Il “Decreto aiuti”, invece, li esclude dal beneficio del bonus di 200 euro. Un decreto che nelle intenzioni dovrebbe servire a dare una risposta, seppure molto parziale, all'aumento dei prezzi, ma che, tra tanti limiti ed anomalie, non tiene conto di chi ha più bisogno.

Mancanza di sensibilità sociale, incapacità tecnica o semplice dimenticanza? Impossibile saperlo, ma necessario intervenire. Va ricordato che il bonus dovrebbe intervenire per tutti

i redditi al di sotto dei 35.000 euro ma, in questo caso, pur essendo molto al di sotto di quella misura, nulla è previsto per questi lavoratori.

L'INPS e il Ministero estendano quindi ai lavoratori in mobilità in deroga il bonus, così come già previsto per i percettori di NASPI. In entrambi i casi si tratta di soggetti fragili che hanno perso il lavoro: non si capisce perché debbano avere trattamenti diversi.

Su sollecitazione della CGIL e con accordo unanime della commissione, anche il CICAS ha inoltrato medesima richiesta all'INPS regionale.

Si dia quindi seguito a queste sollecitazioni e si risolva un problema che rappresenta evidentemente un'ingiustizia.

Si riconosca un diritto a chi ne ha più bisogno, perché nessuno va lasciato indietro.

 

Il segretario generale CGIL Teramo,

Giovanni Timoteo