Ti lamenti perché mangi poco? E allora: niente pranzo.
Ti lamenti perché sei adulto ma ti danno solo un primo versione bambino? E allora: niente pranzo.
Ti lamenti perché non puoi neanche portarti un panino da casa, per mangiarlo insieme allo studente disabile che assisti? E allora: niente pranzo.
Sa un po’ di fastidiosa ripicca, quello che accade alle assistenti educative che lavorano per le cooperative, incaricate dal Comune di Teramo dell’assistenza ai disabili.
Dal 17 ottobre, infatti, sono senza pranzo.
A comunicarglielo, sono state le cooperative per le quali lavorano, con una lettera che non lascia spazio alla fantasia: «E’ stato pubblicato un primo articolo, cui ne sono seguiti altri sempre meno esatti e denigratori. Per non parlare dei vostri commenti pubblicati a mezzo social» quindi: «…a partire da lunedì 17 ottobre non potrete più usufruire del servizio di refezione…».
Insomma, se ti lamenti, non mangi.
E’ vero che a caval donato, non si guarda in bocca, anzi: a pranzo donato non si chiude la bocca, ma questa decisione sa proprio di ripicca.
E’ vero, per legge il pranzo toccherebbe solo a chi fa un turno di sei ore al giorno, e non è il caso delle assistenti, ma da sempre la Vivenda eroga anche a loro il pasto destinato ai ragazzi assistiti. Era una cortesia, certo, ma non per questo non criticabile.
E invece, dopo le critiche… a letto senza cena, anzi: a scuola senza pranzo.
Dal 17 ottobre, siccome si sono “lamentate sui giornali e sui social”, il pranzo è stato cancellato. E non possono neanche portarselo da casa, perché è vietato introdurre cibo dall’esterno. Il panino, devono andarselo a mangiare fuori, se vogliono.
Eppure, qualche giorno fa è stato diffuso alla stampa un comunicato che indicava come le cooperative si dissociassero dalle proteste, auspicando un ritorno della serenità, tanto che un foglio locale aveva entusiasticamente titolato il 18 “Per le assistenti il pasto c’è”. Non era vero: dal giorno prima non mangiano più.