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foto_di_gruppo.jpgUna giornata all'insegna della riflessione quella dedicata al 10° Premio Nazionale sul Reportage di Guerra che si è tenuto (sabato 29 ottobre) a Palazzo Sirena di Francavilla al Mare (Ch) in memoria del reporter di guerra Antonio Russo che è stato ricordato nella sua città natale in occasione del 22esimo anniversario della morte: l'inviato di Radio Radicale fu ucciso vicino a Tbilisi (Georgia), dopo essere stato rapito e torturato nella notte tra il 15 e 16 ottobre del 2000. Proprio il direttore di Radio Radicale, Alessio Falconio, ha sottolineato durante l'evento come "Antonio ha raccontato la guerra fuori dai riflettori ed è stato ucciso per questo. Antonio ha scelto una guerra che nessuno raccontava. L'uccisione di un giornalista italiano non ha trovato alcun riscontro serio da parte dell'autorità giudiziaria".

La giornata è iniziata con la formazione, e quindi con un appuntamento rivolto alle scuole, ed uno dedicato all'aggiornamento professionale per i giornalisti; durante la premiazione poi, parole cariche d'orgoglio e di emozione da parte del sindaco di Francavilla al Mare, Luisa Russo, entusiasmo e grandi propositi per le prossime edizioni nelle parole dell'Assessore alla Cultura, Cristina Rapino. Tra i giurati presenti alla premiazione: Gabriella Simoni (TG5), Guido Alferj (ex Messaggero), Toni Capuozzo (Mediaset) Simone Gambacorta (Odg Abruzzo).

"Il messaggio di Antonio Russo è più vivo che mai - ha spiegato il giornalista e reporter di guerra Toni Capuozzo - in questi mesi di guerra in Ucraina. Una guerra non lontana che ha generato tifoseria e narrazioni di parte. Antonio aveva scelto una parte, quella dei civili, quella della gente in cui tutti perdono. Il buon giornalismo è scomodo per tutti e deve stare solo dalla parte delle persone".

Cinque i premi conferiti e realizzati da Lupo Gioielli: il premio alla memoria è stato assegnato ad Andy Rocchelli, fotoreporter freelance ucciso nel 2014 in Donbass da un colpo di mortaio sparato dall'esercito ucraino; a ritirare il premio c'era il padre Rino. Ad Alfredo Bosco, fotoreporter freelance impegnato in Ucraina il premio alla fotografia; a Nico Piro, inviato della redazione esteri TG3 con una lunga esperienza in Afghanistan il premio per la televisione; premio anche per Jacopo Ottenga, giornalista freelance di Ortona (Chieti) autore del podcast sull'uccisione di Russo intitolato 'La congiura del silenzio' (podcast); Francesco Semprini, giornalista della Stampa, inviato di guerra in Ucraina è stato premiato per la sezione carta stampata.

La cerimonia di proclamazione dei vincitori è stata presentata dal giornalista Rai, Paolo Di Giannantonio; grande emozione sul palco per l'intervento musicale del cantautore abruzzese Nicola Pomponi, in arte Setak e per il reading dell'attrice Lorenza Sorino, con Lettera di una madre, Beatrice Russo.

L’organizzazione del Premio, la cui direzione artistica è stata affidata allo scrittore Peppe Millanta, fondatore della Scuola Macondo di Pescara, è stata invece curata dell’agenzia di comunicazione Mirus. Tra le istituzioni presenti anche il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio e l'Assessore regionale alle Attività produttive, Daniele D'Amario. Sul palco anche i saluti del presidente della Fondazione Antonio RussoMichele Russo.