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Mentre l'Abruzzo si conferma una regione particolarmente esposta a fenomeni di dissesto idrogeologico, con una media di 6 cittadini abruzzesi su 100 che vivono in zone ad alto rischio di frane ed alluvioni, la giunta regionale di Centrodestra cosa fa? Confeziona una proposta di legge urbanistica regionale allarmante sul consumo di suolo, costellata di profonde e preoccupanti lacune e che non accoglie alcuna delle sollecitazioni arrivate da Associazioni, Ordini, Soprintendenze e dall'Istituto Nazionale di Urbanistica. La legge 252/22 è lacunosa e preoccupante perchè, nei fatti, conferma la volontà della Marsilio&Co. di inaugurare l'ennesima stagione di speculazione edilizia, con gli enti locali che si ritroveranno addosso cubature non previste nei rispettivi piani, il tutto a danno delle economie rurali e dei nostri paesaggi, a danno della manutenzione e della sicurezza ambientali e dei servizi dei piccoli e grandi comuni abruzzesi.
Questa legge urbanistica prevede la possibilità di acquisire i diritti edificatori di manufatti (qualunque tipo, sia pregevoli che fatiscenti o incongruenti, ruderi o capannoni, casolari e cascine o baracconi), demolirli e spostarli in aree residenziali urbanizzate. La legge non detta criteri chiari ne incentiva, semmai, lo spostamento di cubature che ricadono in aree ad alto ed altissimo rischio di frane ed alluvioni , prevenendo così sciagure e perdite di vite umane. Non si può consentire un mero spostamento generalizzato di cubature da aree rurali ad are urbanizzate senza criteri e previsioni chiare di bonifica. Si elude di fatto il principio ambientale di consumo di suolo.
I dati nazionali parlano chiaro: ogni anno lasciamo in eredità ad ogni nuovo nato ben 140 metri quadrati di terreno cementificato. Non è questo ciò che l'Europa ci chiede. E il “consumo di suolo zero” non è uno slogan ma un programma di tutela del territorio che, di certo, la giunta Marialio non ha alcun diritto di snobbare.

Nella legge urbanistica regionale, inoltre, mancano le analisi e le valutazioni che fanno di una legge uno strumento sensato e che fanno della pianificazione un’azione possibile e dovuta, in grado di poter migliorare la qualità della vita di tutti. E' inaccettabile proporre una legge senza alcuno studio di valutazione, senza alcuna previsione circa gli effetti che si ripercuoteranno sull'economia, sui servizi, sul lavoro, sulle aree agricole, che sono tantissime in tutto l'Abruzzo, e sui nostri meravigliosi paesaggi. E' una legge che sdoganerà l'ennesimo progressivo spopolamento e depauperamento delle aree rurali a favore della concentrazione antropica sulle aree urbane periferiche.
Presidente Marsilio, pensa davvero che l'Abruzzo possa permetterselo?

Manola Di Pasquale

Presidente PD Abruzzo