in seguito alla pubblicazione su certastampa.it della mia lettera informativa per voi della redazione, rispondo alle vostre domande.
- L’obiettivo della mia lettera era quello di comunicare al vostro giornale che la circolazione di informazioni non corrette alimenta polemiche e, in generale, non favorisce un confronto costruttivo tra soggetti. Quando ci capita di leggere articoli con informazioni sbagliate sul tema in questione scriviamo sempre alla redazione per segnalare la non correttezza e chiedere di rettificare. Anche in questo caso ho provveduto personalmente a fare lo stesso. Solitamente, una volta appurato l’errore, sta alla redazione cancellare e riscrivere oppure rettificare con un nuovo articolo. Questo è il senso di ciò che suggerivo ma che è stato, ahimè, interpretato come censura.
- Nello specifico del progetto LIFE Bear-Smart Corridors, colgo l’occasione per comunicare che questa iniziativa coinvolge territori di nuova espansione dell’orso bruno marsicano proprio con l’obiettivo di preparare le comunità locali alla nuova presenza dell’orso che sta tornando in diverse aree dove l’essere umano lo ha completamente respinto ed eliminato in passato. In che modo? Organizzando degli incontri pubblici per avvicinare le persone alla conoscenza della specie, per spiegare come comportarsi in caso di incontro con l’orso, in che modo prevenire i danni da orso e a chi fare riferimento in caso di avvistamento dell’orso o interazione, diretta o indiretta, con l’animale. Proprio a partire dal 2023 queste iniziative pubbliche verranno organizzate anche nel territorio del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, quindi sono certa che ne riceverete notizia al momento opportuno. Talvolta, purtroppo, i tempi di attuazione dei progetti – che seguono delle trafile a volte obbligatoriamente lunghe come i progetti LIFE – non coincidono con la velocità di espansione spontanea degli animali.
- In merito alle buone pratiche di coesistenza uomo-orso, ci sono decine di pubblicazioni accessibili sul web realizzate da istituzioni autorevoli come parchi e riserve, e da associazioni dedicate alla tutela dell’orso che si rivolgono proprio alle popolazioni che vivono nei territori di presenza del plantigrado o di aree di nuova espansione dello stesso. Per citare alcune buone pratiche:
- la prevenzione dei danni mediante l’installazione di recinti elettrificati presso allevamenti e apiari (come da molti anni fanno a proprie spese parchi, riserve e associazioni come Salviamo l’Orso e Rewilding Apennines a beneficio dei singoli cittadini – e sta già accadendo da alcuni anni anche nel territorio del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga);
- la rimozione di cibi per animali domestici e di rifiuti organici dalle strade dei centri abitati attuando una corretta gestione della spazzatura – ad opera tanto dei singoli cittadini quanto delle amministrazioni comunali - per evitare che gli orsi vengano attratti da cibo facile;
- evitare di disturbare o inseguire l’orso se lo si incontra, perché è pur sempre un animale selvatico e potrebbe reagire in modo minaccioso;
- la prudenza sulle strade, perché investire un animale selvatico o domestico è un incidente che può capitare a chiunque e purtroppo non può essere previsto al 100%. Tuttavia, rispettare i limiti di velocità e restare sempre attenti lungo la strada riduce sicuramente il rischio di collisioni (a questo poi si aggiungono anche nuove strumentazioni tecnologiche installate ad esempio nei parchi nazionali d’Abruzzo, Lazio e Molise e Maiella grazie al progetto LIFE Safe-Crossing, che aiutano ulteriormente a ridurre gli incidenti).
- Mi auguro che all’incontro previsto per il 3 giugno a Castelli possiate parlare anche di tutti questi aspetti che, insieme alla buona volontà delle persone, favoriscono la coesistenza tra l’uomo e l’orso, a beneficio di entrambi.
Grazie e cordiali saluti.
Angela Tavone
Responsabile della Comunicazione
LIFE Bear-Smart Corridors
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