di Paola Peluso
“Aiutatemi a cercare un alloggio, ho parlato anche col Comune, io non sono nelle condizioni di sostenere un affitto, vivo con 850 euro al mese e non so più cosa fare, dove andare a sbattere la testa. Forse l'unica soluzione è sparire per sempre...” E' un appello drammatico quello che affida a Certastampa il signor Felice Amighetti, il 70enne teramano che perderà la casa comprata a Villa Mosca nel 2014 da un costruttore senza che, però, sia mai diventata veramente sua e che adesso è all'asta. Al preliminare di vendita dell'immobile (costruito in zona Parco degli Ulivi dalla Di F.D Costruzioni di Umberto Evangelista) non ha mai fatto seguito, infatti, un contratto definitivo. La casa è sempre rimasta del costruttore. “Mi ritrovo senza risparmi visto che li avevo investiti tutti nell'acquisto di questa casa, ho una serie di incombenze sulla mia pensione che mi fanno rimanere con 850 euro al mese. Come faccio io? Non posso permettermi un affitto, non so che devo fare...davvero. Un gesto estremo, questo mi è rimasto!”, si sfoga il signor Felice mentre il magone gli spezza la voce. Abbiamo raccontato tutta la sua storia il 15 giugno scorso (LEGGI QUI)
Il tempo scorre impietoso. A luglio ci sarà la definizione dell'asta. “La venderanno e verranno a dirmi che da qui, io e mia moglie, ce ne dobbiamo andare. Se ci penso, impazzisco, ve lo giuro. Dovremo andare via da una casa pagata e comprata. Ma vi rendete conto?”, torna a denunciare il teramano.
Cerca disperatamente aiuto il 70enne e lancia un appello: “Mi rivolgo agli enti locali, a tutti coloro che possono e devono far fronte all'emergenza abitativa. Il Comune potrebbe concedermi un alloggio in comodato d'uso, almeno fino a quando non si sarà conclusa la vicenda legale col costruttore. Ci vorrà qualche anno, lo so. Posso anche trasferirmi in un alloggio completamente vuoto, non importa, porterei lì i miei mobili...vi prego però...aiutatemi”, conclude il signor Felice. Pronto a traslocare anche domani, in una casa data dal Comune (ammesso ci sia e graduatorie permettendo, chiaramente), portandosi dietro quei mobili.
Gli unici davvero suoi in una casa che, sua, non lo è mai diventata.