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Screenshot_2023-12-05_alle_13.08.02.pngLa tragica vicenda di Giulia Cecchettin, ci costringe a riflettere sul profondo malessere che permea la nostra società, manifestandosi in forme estreme come il femminicidio, ma radicandosi altresì nei più sottili e insidiosi comportamenti maschilisti e patriarcali.

Il femminicidio non è un fenomeno isolato, ma un iceberg di patriarcato che emerge drammaticamente nelle storie di donne come Giulia. 

Non possiamo più ignorare la presenza di questo iceberg, neppure nei luoghi di lavoro dove, troppo spesso, si cela dietro dinamiche apparentemente ordinarie ma che in realtà alimentano ambienti malsani.

Il patriarcato e il maschilismo non hanno più spazio nella nostra società e nei nostri luoghi di lavoro. Come sindacato, ci impegniamo a combattere per un ambiente lavorativo basato sulla parità, il rispetto e la giustizia. 

Oggi, più che mai, dobbiamo unirci in un gesto che vada oltre il consueto minuto di silenzio.

Per questo motivo, abbiamo deciso di adottare un gesto simbolico, chiedendo alle lavoratrici e ai lavoratori del settore metalmeccanico un minuto di rumore e non di silenzio, come chiesto dalla sorella Elena, da svolgere nelle fabbriche alle ore 11:00, orario in cui avranno inizio i funerali di Giulia Cecchettin. 

Questa decisione non è una forma di mancanza di rispetto, bensì un modo per esprimere la nostra rabbia e la nostra volontà di non restare in silenzio di fronte a un'ingiustizia così grande.

Le lavoratori e i lavoratori di alcune fabbriche metalmeccaniche, come la Johnson Controls e la Oslv, si sono unite a noi in questo gesto di solidarietà, che simboleggia il nostro rifiuto di accettare passivamente ciò che è accaduto. 

Il nostro obiettivo è far sentire il nostro dissenso in maniera forte e chiara, affinché sicomprenda la nostra unità e la nostra determinazione.

Solo insieme possiamo fare la differenza. 

Insieme possiamo onorare la memoria di Giulia e lottare per una società più giusta per tutte e tutti noi.