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La vigilia di Natale,durante le operazioni di consegna di un pacco postale destinato a un detenuto da parte di un familiare, la polizia penitenziaria ha rinvenuto all’interno di un incavo abilmente ricavato in un plico di atti giudiziari, due micro telefoni cellulari. Dopo le attività di rito il familiare e il detenuto sono stati denunciati all’’autorità giudiziaria. «Non sappiamo più in quale lingua del mondo dire che le carceri devono essere tutte schermate all’uso di telefoni cellulari e qualsiasi altro apparato tecnologico che possa produrre comunicazioni - sottolinea Giuseppe Pallini, della Segreteria Provinciale Sappe Teramo - Le donne e gli uomini del Corpo sono quotidianamente impegnati nell’attività di contrasto all’introduzione di telefoni cellulari ed alla diffusione della droga nei penitenziari per adulti e minori. E nonostante la recente previsione di reato nel codice penale per l’ingresso e detenzione illecita di telefonini nelle carceri, con pene severe che vanno da 1 a 4 anni, il fenomeno non sembra ancora attenuarsi».
Secondo il Sindacato, vanno adottate soluzioni drastiche, come la schermatura delle sezioni detentive e degli spazi nei quali sono presenti i detenuti.