Otto ore di sciopero per tutti i turn, da stamattina, per dire no all’imposizione del sabato lavorativo per tutti i mesi estivi in Richetti Spa. L’azienda di Sant’ Atto, recentemente acquisita dal fondo di investimento Green Arrow , dà il primo forte segnale del nuovo corso dimostrando di avere ben chiari i vecchi metodi padronali: prima di tutto risparmiare sul costo del lavoro.
Dopo aver atteso fino a giugno un semplice piano ferie, lavoratrici e lavoratori di Richetti si sono visti imporre, nel giro di una settimana, l’obbligo del sabato lavorativo proprio nei mesi più caldi dell’anno: luglio, agosto e settembre. Apparentemente l’azienda applica il CCNL, nella parte in cui prevede la cosiddetta flessibilità dell’orario, cioè la possibilità di lavorare alcune settimane fino a 48 ore e altre con orario inferiore a 40 ore per consentire il necessario recupero psicofisico.
L’azienda utilizza dunque la leva dell’obbligatorietà prevista dal CCNL e beneficia di un risparmio sulla retribuzione, visto che fin ora il lavoro del sabato era a straordinario su
base volontaria e retribuito con una maggiorazione più alta. L’azienda dimentica però il CCNL quando si tratta di programmare i tempi di recupero di quelle otto ore in più a
settimana imposte a lavoratrici e lavoratori su più turni di tutti i sabati estivi.
Delfino Coccia segretario di Uila Uil e Cristiana Bianucci segretaria della Flai Cgil fanno il punto della situazione insieme ad una lavoratrice che da oltre 30 anni lavora alla Richetti: Teresa Olivieri.