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Attraverso queste poche righe, vogliamo ringraziare di cuore tutte le persone solidali che ieri sono passate alla Casa del Popolo, portando coperte, indumenti e beni di prima necessità per i ragazzi pakistani che, da lunedì, hanno trovato rifugio nella nostra sede di Via Nazario Sauro. 
 
 Ma mentre noi apriamo le porte e offriamo aiuto concreto, le istituzioni, che dovrebbero garantire il loro diritto all’accoglienza in base agli accordi internazionali, scelgono la strada della codardia.
Si nascondono dietro l’ipocrita paravento del “decoro urbano”, un concetto vuoto e strumentale, usato solo per giustificare politiche di esclusione e repressione.
 
E così, invece di cercare soluzioni umane e dignitose, l’unica risposta delle istituzioni è stata quella di transennare i pochi luoghi dove questi ragazzi trovavano riparo, abbandonandoli alla strada, come se fossero un problema da nascondere, non persone da aiutare. Scelte di paura e intolleranza che colpiscono deliberatamente le persone più fragili e vulnerabili.
 
Questa è una vergogna. Ma noi non ci pieghiamo a questa logica disumana.  
 
Per questo abbiamo deciso di aprire le porte dei nostri spazi, offrendo loro, grazie al cuore di chi ci ha aiutato, tutto ciò di cui avevano bisogno.
 
Per noi, questo significa “Teramo città aperta al mondo”.
 
Tuttavia, la nostra azione temporanea non può e non deve essere sufficiente. Non possiamo accettare che una situazione così importante venga trattata con superficialità.
Teramo ha bisogno, ora più che mai, di un dormitorio comunale che non solo risponda alle emergenze come quella attuale, ma che offra un rifugio stabile e sicuro per chi si trova in difficoltà.
Questo dormitorio non deve essere una misura occasionale, ma una risposta concreta e strutturale a una problematica che si ripresenta ciclicamente. Dobbiamo garantire che tutti coloro che sono costretti a vivere in condizioni precarie possano trovare un’accoglienza dignitosa.
 
E non stiamo chiedendo. Esigiamo che le istituzioni agiscano subito. E la Curia, con il suo vasto patrimonio immobiliare, ha il dovere morale di fare la sua parte. Non basta predicare la carità cristiana, è il momento di dimostrare che la solidarietà non è solo una parola vuota, ma un impegno concreto verso chi ha più bisogno.
 
Questa non è una provocazione, ma una chiamata all’azione. Le parole e le promesse non mantenute non ci bastano più. Teramo deve dimostrare di essere all’altezza della sua storia. Noi, nel frattempo, faremo tutto il possibile affinché mercoledì 4 settembre questi due ragazzi siano accolti nel centro di accoglienza a cui hanno diritto. E non smetteremo di vigilare, perché questo diritto venga rispettato per tutti e tutte.
 
LA SOLIDARIETÀ PRIMA DI TUTTO!
 
Casa del Popolo