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Si arricchisce di un nuovo triste capitolo la storia dei lavoratori di GSA – Gruppo Servizi Associati, guardie ai fuochi impegnati
nella sorveglianza antincendio presso gli ospedali, le elisuperfici, i porti, le stazioni, strade ed autostrade (realtà che in
Abruzzo interessa più di 150 operatori che presidiano le gallerie delle tratte A14, A24 ed A25), che si vedono
negati anche il diritto allo sciopero in seguito alla precettazione da parte dell’azienda come risposta all’azione di protesta
che la Filt Cgil ha indetto a livello nazionale nella giornata del 7 ottobre
Il tutto nonostante la sigla sindacale abbia con grande senso di responsabilità proclamato tale sciopero nel pieno rispetto
delle norme ed evitando la completa interruzione del servizio durante le 2 ore di sospensione dal lavoro previste nella sua
dichiarazione di sciopero.
La Filt Cgil ha provato inutilmente a trovare con GSA un accordo condiviso sui contingenti minimi, non
essendo questi indicati dal CCNL che l’azienda applica visto che quest’ultimo consenta ai lavoratori il solo
ricorso allo sciopero virtuale…!!! che in pratica li obbliga a lavorare senza poter neanche parzialmente
sospendere il servizio, privandoli anche di un loro diritto sancito dalla Costituzione!
E’ proprio questo uno dei motivi che ha spinto il Sindacato a quella che sarà la prima di una serie di azioni atte a contrastare
la situazione nella quale versano questi lavoratori, una battaglia che la Filt Cgil porta avanti da sola da 3 anni e che si può
considerare una reale battaglia per la civiltà.
Non possibilie accettare l’applicazione di questo CCNL, come si dice in gergo “contratto pirata”..!!! e che per
giunta viene utilizzato in appalti di grande rilevanza nelle infrastrutture nazionali, che prevede una retribuzione oraria di 6
euro, senza nessun riconoscimento per le prestazioni effettuate in ora notturna, assenza di permessi e turni di lavoro da
12 ore consecutive.
Queste sono solo alcune delle cose che rendono queste donne e questi uomini gli schiavi del nuovo millennio, che non
appaiono, che lavorano silenziosamente a garanzia della sicurezza altrui, che svolgono turni massacranti e continuativi,
che lavorano lontano dalle proprie residenze, che sostano in ambienti di lavoro fatiscenti ed insalubri, che non hanno diritto
di parola.
La Filt Cgil chiede il superamento di questo contratto e di queste condizioni e l’applicazione del CCNL ANGAF delle guardie
ai fuochi, firmato questo si dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative.
L’azienda dal canto suo si trincera dietro un decreto vecchio di 15 anni che equipara i due contratti, ma solo dal punto di
vista dei minimi salariali e non delle garanzie normative. Peccato però che nel corso di questi 15 anni il contratto ANGAF
sia stato regolarmente rinnovato ad ogni scadenza con i relativi adeguamenti economici mentre il contratto applicato
dall’azienda e firmato da un’organizzazione sindacale di comodo sia stato ritoccato solo una volta dal 2009, precisamente
nel 2022, con un aumento di 36 euro dopo 12 anni! Tralasciando la parte normativa, che li distanzia clamorosamente,
questa situazione ha portato una differenza sui minimi tabellari di circa 350 euro, cosa che evidentemente non gli equipara
più neanche da questo punto di vista.
E’ davvero una battaglia di civiltà, che richiede il coinvolgimento del Ministero stesso per andare al superamento di questa
situazione, ma anche delle stazioni appaltanti che in questo modo vedono al loro interno lavoratori di serie a e di serie b,
con i propri lavoratori diretti tutelati nel pieno rispetto dei propri diritti e ben retribuiti ed i lavoratori che operano nei servizi
appaltati che invece risultato sfruttati e poco o per nulla tutelati anche in tema di salute e sicurezza.
Non si può chiedere a questi lavoratori di rinunciare anche al diritto allo sciopero facendoli sentire cosi
beffati da un sistema che li considera preziosi ed indispensabili per i servizi svolti, ma che di contro erogano
senza tutele ed in condizioni retributive pessime.
La Filt Cgil continuerà ad essere al loro fianco in questa battaglia che rilancia anche quella su una legge
sulla rappresentanza che permetta l’applicazione erga omnes dei contratti firmati dalle organizzazioni
sindacali maggiormente rappresentative, cosi