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WhatsApp_Image_2024-11-15_at_16.19.24_1.jpegWhatsApp_Image_2024-11-15_at_16.19.27.jpegWhatsApp_Image_2024-11-15_at_16.19.25.jpegWhatsApp_Image_2024-11-15_at_16.19.24.jpegIl Coordinamento Regionale UDU Teramo-UDU L’Aquila-360 Gradi scende in piazza nella città aprutina, in Largo San Matteo. "Facciamo sentire forte la nostra voce e facciamo valere i nostri diritti in vista soprattutto della Giornata Internazionale degli Studenti, che ricorre il 17 novembre. Continuiamo a chiedere una totale revisione delle politiche di questo governo per gli atenei, che si vedranno tagliare il Fondo di Finanziamento Ordinario di oltre 41 milioni e 700 mila euro: una vera e propria batosta economica, come tra l'altro ribadito più volte dai rettori delle università di Chieti-Pescara, L'Aquila, Teramo, Ancona, Macerata, Urbino, Camerino e Perugia.
Per non parlare della situazione trasporti: nella nostra regione abbiamo assistito ad un aumento inaudito dei costi del trasporto pubblico su ruota, che si è riversato interamente sulle spalle e sulle tasche degli studenti e delle studentesse. Il tutto poi si aggraverà dall'inizio del prossimo anno, quando i biglietti dei treni subiranno un incremento di oltre il 15%, anche qui nel totale disprezzo dei pendolari, già provati dai rincari dovuti all'inflazione che ci sono stati negli scorsi due anni.
Ci facciamo sentire anche per le residenze pubbliche, in alcuni casi inadeguate e in altri, come a Teramo, totalmente assenti, con centinaia e centinaia di universitari che devono ricorrere a soluzioni private, spesso di scarsa qualità e a prezzi esagerati.
Vogliamo vedere il diritto allo studio garantito: chiediamo la copertura integrale delle borse di studio da subito, senza aspettare la fine dell'anno accademico. Si tratta di un sostegno economico immediato, non di un rimborso spese.
Scendiamo in piazza per la pace e per dire basta al genocidio in corso. Continueremo a lottare affinché le nostre università recedano da qualunque accordo con gli Stati e le aziende della filiera bellica. Crediamo che le università abbiano la responsabilità morale e politica di condannare i crimini a cui stiamo assistendo in Palestina e Libano e di rifiutare ogni complicità con essi".