L'indagine sulla morte dei due alpinisti romagnoli di Santarcangelo è già entrata nel vivo. Gli inquirenti hanno acquisito alcuni video fatti con i telefonini e ascoltato diversi testimoni nell'ambito del fascicolo aperto dalla Procura di Teramo per omicidio colposo e affidata ai carabinieri di Assergi (Aquila).
Luca Perazzini, di 42 anni, e a Cristian Gualdi, di 48, erano scivolati in un canalone sul Gran Sasso a quota 2.700 metri, sorpresi da un brusco peggioramento delle condizioni meteo mentre stavano tornando indietro. Nella gola, i due alpinisti erano rimasti bloccati dalla domenica prima di Natale fino a quando non erano stati ritrovati e raggiunti dai soccorsi cinque giorni dopo. Ma per i due alpinisti oramai non c'era più nulla da fare. I Carabinieri di Assergi hanno iniziato ad ascoltare le persone informate sui fatti, che potranno ricomprendere anche i responsabili delle operazioni di soccorso. Il fascicolo ha origine dall'esposto del fratello di Luca Perazzini, Marco secondo il quale l'accesso alla vetta andava proibito. Tra gli aspetti su cui gli avvocati della famiglia Perazzini Francesca Giovannetti e Luca Greco
chiedono di fare luce non c'è solo la mancata chiusura della funivia di Fonte Cerreto, che collega la località turistica di Fonte Cerreto e Assergi (1.115 sul livello del mare), al versante occidentale di Campo Imperatore (a quota 2.130), nel cuore del massiccio del Gran Sasso, ma anche la tempestività dei soccorsi e la segnaletica.