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purem_te.jpegPHOTO-2025-06-11-08-19-54_2.jpgPHOTO-2025-06-11-08-19-54.jpgcore.jpegDalle 8 di questa mattina è in corso un presidio davanti allo stabilimento Purem di Castellalto, dove 48 lavoratori sono stati colpiti da un licenziamento collettivo. I sindacati denunciano l’indifferenza della multinazionale e sollecitano una mobilitazione unitaria da parte della politica. Presente al presidio anche il vicepresidente della Provincia, Andrea Core ed il consigliere regionale Dino Pepe.  Assente, almeno fino alle 9, il sindaco di Castellalto. I lavoratori chiedono risposte urgenti e un confronto sulle prospettive occupazionali.

Questa mattina, riuniti davanti ai cancelli dello stabilimento di Castellalto, Fiom-CGIL e Fim-CISL suonano il campanello d'allarme per la Valle del Tubo.
"Un fulmine a ciel sereno" commentano i sindacati "di una catastrofe già annunciata."
A ricordarne brevemente l'iter Marco Boccanera: "Già nel 2023, il segretario nazionale della CISl fece notare che avevamo vinto solo una battaglia, non la guerra",
a cui fa eco la compagna Innamorati, delusa e amaraggiata, raccontando i fatti più recenti "La settimana scorsa abbiamo chiesto un incontro, dato il calo del lavoro e la scomparsa dei codici più importanti."

Ma è sui volti degli ormai ex operai e dalle loro voci rotte dallo sconforto che si legge e si sente la preoccupazione professionale per vite spezzate.
Eletta RSU da meno di quindici giorni, Valeria Mariotti si aspettava di contrattare per i buoni pasto, non di certo per le buone uscite. "Ci credevamo, ce l'hanno fatto credere, anche se non vedere, negli ultimi giorni, era impossibile" dice mentre la commozione per un futuro negato le bagna gli occhi della stessa consapevolezza che Candeloro tristemente ammette: il suo collega sa bene che alla soglia dei sessant'anni ritrovare la stabilità che con anni di sacrifici era riuscito a crearsi sarà un'impresa.
E a proposito del fare impresa, tuonano i sindacati, che la responsabilità sociale è pari a zero.
"La PUREM suona la campana per la Valle del Tubo ed è ora che la politica inizi ad interessarsi seriamente, scevra da passerelle, del suo territorio che sta morendo."
Andrea Core, accorso per prestare orecchio e supporto ai 46 dipendenti licenziati, dichiara le volontà e gli interessi della Provincia di Teramo ad aprire un tavolo e cercare una soluzione per affrontare la crisi dell'automotive "è venuto il momento che le istituzioni convochino gli attori per mettere in campo una programmazione reale per salvare questo territorio".
Le rimostranza e le proteste sorgono in particolare per la comunicazione senza scrupoli messa in atto dall'azienda, che in modo nettamente sleale entro dicembre manderà a casa l'intero capitale umano dello stabilimento teramano e il traditore peggiore risulterebbe esser, secondo i sindacati, il direttore Marco Matteucci.

Eugenia Di Giandomenico