Così come ampiamente anticipato dal presidente Filippo Di Antonio, nel corso di una puntata di Biancorassi, la più interessante trasmissione sul calcio teramano, condotta ea Andrea De Aloysio, il Città di Teramo ha presentato la sua offerta per la gestione del Bonolis. La gara è scaduta ieri. Quella del Teramo, che è di un’Ati, ovvero di un’associazione temporanea di imprese tra il Città di Teramo e la Bonolis di Massimo D’Aprile, è l’unica offerta presentata. Il progetto prevederebbe - come annunciata dal presidente - un ristorante, il bar, il museo del calcio teramano, già progettato tempo fa, ma anche un percorso di merchandising, insomma un po’ di tutto nel progetto di gestione dello Stadio Bonolis che il Città di Teramo ha elaborato. L’idea di Di Antonio è quella di rendere il Bonolis “vivo” dalla mattina della domenica, con eventi, anche sportivi come partite di pallavolo in campi realizzati all’esterno, ma anche dopo le partite, fino alla sera. Di Antonio, che ricordoó di avere un master in gestione degli impianti sportivi, disse di voler fare del Bonolis la «sede di un progetto che ha al centro il museo del calcio teramano». Il progetto del Comune, avviato con la risoluzione della concessione con la Soleia, approda dunque al primo step tanto sbandierato dalla gianguideria: “restituire lo stadio alla città”. Il problema è che quell’operazione si reggeva su una spesa di 5 milioni che, in un gioco di dare - avete, si sarebbe chiusa a zero, visto che la stessa Soleia avrebbe preso in gestione la parte commerciale dello Stadio. Così non è stato, perché la gara commerciale non è stata mai fatta e, allo stato dei fatti, in questo momento l’operazione “riprendiamoci il Bonolis” sta rischiando di costare alla città oltre tre milioni di euro. Il contrario di quello annunciato dalla Maggioranza.