C'è una notizia che profuma di buone speranze e – forse – anche di normalità ritrovata: i lavori al Ponte Paladini, nel comune di Crognaleto, sono a buon punto. Tanto buoni da far parlare, con sempre maggiore insistenza, di una possibile riapertura prima della fine di luglio. Un anticipo che avrebbe il sapore di una piccola grande vittoria per l’intero territorio e, in particolare, per il Comune di Crognaleto, che potrebbe così affrontare il Ferragosto con una viabilità finalmente ripristinata come aveva chiesto il Sindaco Orlando Persia che segue passo dopo passo l'intervento.
Il ponte, infrastruttura strategica per la mobilità montana, è da tempo oggetto di un intervento atteso e complesso. Un’opera non soltanto tecnica, ma sociale: perché laddove c’è un collegamento interrotto, c’è anche una comunità che vive isolata, un’economia locale che fatica a respirare, un turismo di prossimità che non riesce a decollare.
Ecco perché la possibilità di una riconsegna anticipata, rispetto alla scadenza prevista, assume un significato che va ben oltre la tabella di marcia. È un segnale di efficienza, certo, ma anche di attenzione concreta verso i territori interni, spesso dimenticati e sacrificati.
Se il ponte riaprirà davvero entro luglio, sarà un Ferragosto diverso per Campotosto: non solo simbolicamente più “vicino” al resto della provincia, ma anche potenzialmente più vivo, con la possibilità per residenti, villeggianti e turisti di raggiungerlo senza deviazioni tortuose. Significherà meno disagi per le aziende agricole, per i piccoli esercizi commerciali, per chi ogni giorno affronta le strade di montagna per studio, lavoro o necessità.
Il condizionale, però, è d’obbligo. Serve prudenza, serve concretezza. Ma intanto, l’idea che un cantiere possa chiudersi prima del previsto, in un’Italia in cui spesso accade il contrario, è già una notizia che merita attenzione. E, forse, un po’ di ottimismo.
Per Campotosto e per tutta l’area del Gran Sasso, quella del Ponte Paladini potrebbe essere molto più che una riapertura. Potrebbe essere – finalmente – il ritorno a una normalità fatta di accessibilità, servizi e dignità territoriale.