Col tradizionale ritardo di un’ora sui tempi della convocazione, si è aperto il Consiglio Comunale di oggi, all’inizio del quale in molti si sono interrogati sull’assenza dell’intero gruppo di AVS, ovvero la neonata componente consiliare della quale è capogruppo Michele Raiola e che è composta dallo stesso Michele Raiola, da Raiola Michele e dal figlio di Raffaele Raiola. Gruppo ovviamente fondamentale nella vita amministrativa teramana, tanto che il Consiglio ha corso il rischio di essere rinviato a causa di questa assenza di massa, sui motivi della quale ci si interroga , ma sembra che il gruppo si sia già spaccato e Michele non sia più d’accordo con Raiola.
Poi, si comincia. Il primo punto su un regolamento di Polizia Locale scorre veloce, anche il secondo su un vecchio debito fuori bilancio, ma c’è agitazione in sala, perché si avvicina il punto “caldo”, quello sulla convenzione con la “Gazzetta amministrativa”, che non è una gazzetta ma una Fondazione privata che fornisce - a pagamento - servizi alla Pubblica amministrazione. La convenzione annuale costa 10mila euro e molti la considerano una spesa inutile. Non si tratta solo dei consiglieri di Minoranza, ma anche di alcuni di Maggioranza, come Carginari e Rapagnani, che sarebbero intenzionati a non votare, così come Mistichelli e Papa.
A presentare l’adesione alla “Gazzetta Amministrativa della Repubblica Italiana” è stato lo stesso Sindaco, che ha tessuto le lodi dei servizi offerti, a cominciare dalla banca dati per arrivare alla consulenza, per poi andare dalla formazione del personale a tutta una serie di possibilità.
A tracciare il ritratto della Fondazione, è stato poi il consigliere Rabbuffo, con una lettura - a tratti esilarante - dello Statuto, dal quale si evince una sorta di potere assoluto del Fondatore, tale Enrico Michetti già candidato Sindaco del Centrodestra a Roma, che riveste tutti i ruoli fondamentali della Fondazione, dalla presidenza “ a vita” alla nomina del cda, dalla scelta di ogni persona incaricata all’indicazione di tutte le strategie, una «Fondazione di diritto pubblico - accusa Rabbuffo - gestita esattamente come una società privata… anzi: come una società personale».
Interviene Cozzi, che “ci mette il carico” segnalando la mancata pubblicazione dei bilanci della Fondazione e altre anomalie, invitando l’amministrazione a fare una gara per trovare un partner per questo genere di supporto all’attività amministrativa stessa.
La maggioranza mugugna sempre di più, il capogruppo del PD Luca Pilotti ventila la possibilità di ritirare il punto all’ordine del giorno.
Si creano capannelli e c’è evidente nervosismo.
Fracassa, che è stato tra i primi a sollevare il problema, sottolinea le anomalie, chiede se il Comune abbia bisogno davvero di questa Fondazione, poi annuncia il voto contrario di Futuro In.
Maria Cristina Marroni, che ha già assistito all’adesione della Provincia alla stessa Fondazione, sostenuta in quel caso dalla presenza dell’onorevole D’Alfonso, dice di nutrire molti dubbi sulla necessità del servizio, poi chiede alla Maggioranza di ritirare il punto e di bandire una gara per trovare una società che offre servizi del genere.
A dare la spallata, dai banchi della Maggioranza, è Valentina Papa, che si associa alla richiesta di ritirare il punto, perché non mancano aspetti
In difesa dell’adesione alla Fondazione, arriva Flavio Bartolini, che la considera «…virtuosa, conveniente, utilissima…».
Non ne fa una questione economica, ma di opportunità Simone Mistichelli, che sottolinea come in commissione, forse, non si sia colto perfettamente il fatto che si tratta di un’organizzazione privata e non di una struttura pubblica, al di là del nome che invece richiama ben altra ufficialità. Anche Mistichelli chiede di ritirare il punto.
Luca Corona di Fratelli d’Italia parla di “situazione anomala”, di “Fondazione ibrida, che non si comprende se sia pubblica o privata”. Fdi vota contro.
A nome del PD, il capogruppo Pilotti, prima cerca di ridefinire i termini della questione, ovvero della possibilità o meno di aderire senza gara, poi - pur considerando infondate molte delle eccezioni sollevate - chiede al Sindaco di «dare un segnale, ritirando il punto per approfondire».
Replica il Sindaco, che pur rinnovando la considerazione sul valore di questa adesione, si dice disponibile a rimandare il punto in commissione.
Prima di ritirare il punto, D’Alberto tenta un’estrema difesa della scelta, contesta le inesattezze ascoltate, concorda sulla necessità di approfondire e il punto viene ritirato.