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ElisosoElso Simone Serpentini racconta il brigantaggio sui Monti della Laga nel nuovo numero di “Stratigrafie del Paesaggio”, la rivista scientifica diretta da Davide Mastroianni

C’è una montagna che parla. Lo fa con la voce della storia, ma anche con quella della geografia, della fame e della ribellione. Sono i Monti della Laga, il quinto massiccio più alto dell’Appennino, al confine tra Abruzzo, Lazio e Marche. A farli tornare protagonisti della scena culturale e scientifica è Stratigrafie del Paesaggio, rivista giunta nel 2025 al suo nono numero, diretta da Davide Mastroianni e riconosciuta ufficialmente nell’elenco delle riviste scientifiche ANVUR per le Aree 10 e 11.
Tra i contributi più densi e significativi di questo fascicolo spicca l’articolo dello storico Elso Simone Serpentini, “I Monti della Laga: teatro ideale per il banditismo e il brigantaggio”. Una ricerca rigorosa che ricostruisce come le caratteristiche orografiche della Laga – rifugi impervi, confini statali contigui, valichi secondari – abbiano favorito per secoli l’insediamento e l’azione di bande di briganti e disertori, in un contesto segnato da profonde diseguaglianze sociali, carestie e scarsità di risorse.
Serpentini, attraverso fonti storiche, cartografia d’archivio e una conoscenza profonda del territorio, offre un quadro articolato del fenomeno, analizzando figure chiave come Marco Sciarra e Santuccio di Froscia non solo come banditi, ma come attori sociali, protagonisti di un conflitto strutturale con lo Stato e le sue logiche fiscali e repressive. Il brigantaggio appare così come espressione di un paesaggio umano marginale, in cui resistenza, adattamento e sopravvivenza diventano forme di lotta quotidiana.
La rivista Stratigrafie del Paesaggio, disponibile in open access e interamente scaricabile dal sitowww.ilsileno.it/stratigrafiedelpaesaggio, si conferma un punto di riferimento per la ricerca e la divulgazione sui temi del paesaggio, della storia, dell’archeologia e dell’antropologia. Un progetto editoriale attento alle voci dei territori e delle comunità locali, che restituisce dignità a narrazioni spesso ai margini, promuovendo uno sguardo multidisciplinare e profondamente radicato nei luoghi.