Le stime relative alla vendemmia 2025 sono state presentate a Roma, al ministero dell’Agricoltura, da Assoenologi, Ismea e Uiv (Unione italiana vini). A spingere la crescita è il Sud, dove il raccolto registra un balzo a due cifre (+19%), grazie anche all’ottima performance della Puglia (+17%). Tra i fattori decisivi anche la disponibilità idrica accumulata in primavera che ha consentito ai vigneti delle regioni meridionali di reagire bene alle ondate di caldo di giugno e agosto. Sul fronte della classifica regionale, con quasi 12 milioni di ettolitri e una quota di un quarto del raccolto made in Italy, il Veneto si conferma la principale regione produttiva italiana, seguita da Puglia e Emilia-Romagna, rispettivamente al 19% e 15%, per un totale complessivo del podio pari al 59% della produzione nazionale. Seguono nella top5 Sicilia e Abruzzo, che fanno scivolare Piemonte e Toscana al sesto e settimo posto della lista. Aumenta la produzione, anche se con quantità più contenute, anche il Settentrione che vede, nel Nord Ovest (+8%), la Lombardia in netta ripresa, con un +15% sullo scorso anno ma
ancora a -8% rispetto alla produzione media 2020-2024. Risulta complessivamente in aumento anche la produzione dei vigneti del Nord Est (+3%), dove un’estate altalenante è stata preceduta da
una primavera abbondantemente piovosa che ha richiesto una gestione attenta delle fitopatie. In ordine, il Friuli-Venezia Giulia mette a segno l’incremento maggiore (+10%), seguito da Trentino-Alto Adige (+9%) e Veneto (+2%), con una crescita molto limitata a fronte di un’annata 2024 in linea con la media del quinquennio. Stabile l’Emilia-Romagna, divisa tra gli incrementi
della Romagna e i cali, soprattutto nel peso delle uve, in Emilia. Negativo nel complesso il segno del Centro (-3%), dove le performance di Umbria (+10%), Marche (+18%) e Lazio (+5%) non riescono a compensare la perdita della Toscana (-13%), fisiologica dopo un 2024 veramente abbondante.