Il circolo locale di Fratelli d’Italia cerca di fare chiarezza sul futuro della Riserva, argomento abbondantemente strumentalizzato solo per scopi elettorali.
Abbiamo assistito in questi giorni ad un susseguirsi di comunicati pieni di inesattezze, volti solo a creare confusione e utilizzare il tema della Riserva come rivendicazione politica in vista delle elezioni regionali.
E’ necessario ricondurre il dibattito sul tema e soprattutto capire perché si sia arrivati a questa scelta che non cade dal cielo, come qualcuno erroneamente vorrebbe far passare, ma è una conseguenza diretta dell’immobilismo che per 18 anni ha gravato principalmente sulle spalle dei residenti e di chi ha proprietà o fa impresa in quelle aree.
L’emendamento che alle 2.30 del 3 gennaio scorso ha rivisto i confini della Riserva del Borsacchio, è la risposta sbagliata ad una giusta domanda!
La mancata disciplina urbanistica delle aree comprese nella riserva e la mancata attuazione delle varie attività ha bloccato, esasperato e scoraggiato tutti quelli che vivono e lavorano nei territori della Riserva.
Per 18 lunghi anni, dal 2005 ad oggi, a differenza di quanto accaduto altrove, le alterne vicende e l’attività a singhiozzo portata avanti dal Comune di Roseto ha trasformato un’opportunità in una condanna.
Per questi motivi oggi per molti vale l’equazione “Riserva del Borsacchio = vincoli ed inefficienza”, dimenticando che i vincoli ed l’inefficienza sono figli delle mancate scelte e inutili lungaggini politiche, imputabili a tanti di quelli che oggi si ergono a paladini della Riserva e che in realtà sottobanco plaudono a questa soluzione.
Queste inefficienze riguardano tutti, dal 2005 ad oggi.
Se vogliamo, anziché abbaiare alla Luna, entrare nel merito, la pianificazione urbanistica della Riserva è al palo perché vi è un PAN (piano di assetto naturalistico) adottato dal consiglio comunale nel 2021 che ad oggi, dopo circa due anni, ancora non può essere approvato perché ancora non è stato completato l’iter di esame delle osservazioni, senza parlare del Ppa, depositato dall’autunno del 2017 e in giacenza in qualche recondito “cassetto”, senza l’approvazione del quale non si può procedere alla nomina di un Comitato di Gestione.
In tutto questo cosa fa l’amministrazione comunale?
Non risultano progetti, iniziative, finanziamenti, manifestazione di un qualsiasi interesse per la Riserva, al di fuori dalle recenti polemiche.
Sarebbe invece ora che l’amministrazione Nugnes parli per fatti amministrativi concreti e non per proclami ed annunci.
Inoltre va sfatato il terrorismo di certi ambienti riguardo la cementificazione imminente dei territori esclusi dalla Riserva: con il ritorno delle aree interessate ai naturali regimi di disciplina urbanistica, i vincoli già previsti dagli strumenti normativi comunali, provinciali e regionali sono ampiamente sufficienti a scongiurare qualsiasi “appetito speculativo”.
Piuttosto il rischio, se mai ci fosse, è l’appuntamento con la redazione del nuovo PRG, nel quale è sufficiente conservare l’attuale destinazione d’uso delle aree per salvaguardare “la cartolina” delle colline ed evitare di ripetere lo scempio perpetrato per il fronte mare anche lungo la pianura tra ferrovia e collina: è qui che si vedrà la reale intenzione di chi amministra il territorio.
In conclusione il solito ambientalismo “cocomero”, verde fuori e rosso dentro, con in testa il candidato presidente del centrosinistra Luciano D’Amico, sta tentando in questi giorni di far passare il messaggio distorto che il centrodestra non abbia nel proprio DNA la cura dell’ambiente e del paesaggio.
Rimandiamo a questi ambientalisti da salotto il “j’accuse”, ribadendo come sia nel nostro patrimonio politico-culturale la tutela dell’ambiente, ma con l’uomo al centro, una visione del mondo anteposta parimenti all’ambientalismo di maniera, ai suoi eccessi e alle speculazioni che deturpano il territorio.
Prevedere delle attività, consentire il recupero degli edifici, creare le condizioni per una sostenibilità economica delle attività, salvaguardare il paesaggio con criteri architettonici armoniosi, preservare le specie floreali e faunistiche: tutto questo è possibile ed è stato già realizzato nella nostra Regione presso Lago di San Domenico e Lago Pio, al Lago di Penne o alle Gole di San Venanzio: è ora che accada anche qui!
Questo può essere finalmente il punto di partenza per disegnare, con responsabilità, il futuro della nostra Roseto e Fratelli d’Italia è pronta come sempre a fare la propria parte, marcando però una profonda separazione tra chi vuole utilizzare questa vicenda per inquinare i pozzi e fomentare sterili polemiche, rispetto a chi i problemi vuole affrontarli per trovare le giuste soluzioni.