Sono almeno tre i tradimenti che questa giunta regionale ha perpetrato nei confronti dell’Abruzzo, tradimenti doppi perché consumatisi nel silenzio complice di Marsilio e dei suoi accoliti, che non hanno osato protestare per non disturbare il manovratore.
PRIMO TRADIMENTO: il taglio di 1 miliardo 465 milioni di euro operato nell’estate scorsa dal governo Meloni al raddoppio della ferrovia Pescara-Roma. Non una sola voce del centrodestra si è levata dall’Abruzzo per contestare questo colpo durissimo all’infrastruttura da realizzare, per la quale adesso sono necessari almeno 6 miliardi 305 milioni. La mancetta di 700 milioni che la Meloni è venuta a sbandierare il 7 febbraio scorso a L’Aquila fa ridere per l’entità irrisoria della somma rispetto al reale fabbisogno, ma fa anche piangere di rabbia perché la premier ha fatto finta di regalarci ciò che era già nostro: i Fondi di sviluppo e coesione. Quindi il governo con una mano ci toglie, e con l’altra ci dà ciò che già ci spettava.
SECONDO TRADIMENTO: nella Legge di bilancio approvata a dicembre scorso dal governo Meloni ben 350 milioni - 150 nel 2024 e 200 nel 2025 - sono “volati” dall’alta velocità sulla linea ferroviaria adriatica a quella sulla tratta Milano-Genova. Stiamo parlando di risorse strategiche per l’Abruzzo, che erano arrivate grazie all’inserimento del nostro territorio nella rete transeuropea di trasporto TEN-T, un traguardo fortemente voluto e ottenuto dalla giunta regionale di cui sono stato presidente (2014-2019).
TERZO TRADIMENTO: la revisione del PNRR effettuata dal governo Meloni e approvata dall’UE alla fine del novembre scorso è esiziale per l’Abruzzo, poiché toglie al territorio 555,4 milioni di euro, annullando ben 1.861 progetti. In realtà la cifra complessiva ammonta a 629 milioni, in quanto diversi enti intendevano cofinanziare le opere con risorse proprie o di altra provenienza. Le misure definanziate riguardano quattro settori: la messa in sicurezza del territorio, il miglioramento dell’illuminazione pubblica e l’efficientamento energetico degli edifici (1.723 progetti per un valore totale di circa 392 milioni); la riqualificazione del contesto sociale e ambientale delle città (69 progetti per 165 milioni); il miglioramento dei servizi nelle aree interne (55 progetti per 39,4 milioni); la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie (13 progetti per 8,5 milioni). E’ furfantesco dire che alcuni di questi progetti verranno finanziati con i Fondi di sviluppo e coesione (FSC): avevamo due salvadanai (PNRR e FSC) e ce ne hanno tolto uno (PNRR) che non ci verrà restituito.
Queste tre spoliazioni sono segnali cristallini del fatto che questa giunta regionale vale come il due di coppe nel panorama politico nazionale, ma soprattutto che ha tradito quell’Abruzzo che avrebbe dovuto difendere, anteponendo gli interessi di partito a quelli del proprio territorio: e questo, al di là di ogni competizione elettorale, è imperdonabile.
La Regione ha dovuto patire questi tre tradimenti poiché il suo presidente in scadenza è troppo impegnato a rubare eletti ai suoi alleati in un permanente congresso di partito nel quale la pietanza è l’Abruzzo e la sede è la ristorazione romana.
On. Luciano D’Alfonso