Questa rubrichetta si avvia a conclusione. Ancora qualche piccolo ruggito e tra poco ci saluteremo. Ma non preoccupatevi, se Dio vuole e Certastampa pure, torneremo. Ci sono le regionali e chi se le perde ? Da teramano esule, che ama e sente sua la città, volevo dare un piccolo contributo al dibattito cittadino in un momento importante. Ci sono riuscito? Non lo so. Questo potevo fare e questo ho fatto grazie a Cerastampa.it. I commenti, soggettivi, i numeri, inconfutabili, dicono che la cosa è piaciuta e per questo da metà settembre tornerò a dire la mia. Soprattutto tornerò a leggere e ad ascoltare provando ad essere la voce dei cittadini. Da iscritto all’ordine dei giornalisti che non si sente giornalista ma “cronista di strada” (cit. Michele Santoro). Senza mai offendere. Sempre a bassa voce. Con la libertà vera di chi lo è sempre stato, nulla deve chiedere e nulla si aspetta, e con la libertà che mi da il mio lavoro che in questi anni ha avuto grande successo. Tutto fuori Regione. Senza dover dire grazie a nessuno se non agli spettatori paganti che hanno scelto le mie proposte.
La rubrica oggi ha tre necessità. Mi scuserete: la prima è rendere onore ad un grande uomo, Giandonato Morra, cui mi lega immutata stima e quarantennale amicizia, un cittadino che ha dimostrato di amare Teramo molto più di molti teramani; la seconda, è chiarire che –inutile insistere- non parlo, e non parlerò più, di Paolo Gatti perché rispetto la sua scelta come l’ho sempre rispettato. Le critiche , anche aspre, sono state e saranno sempre rivolte alle scelte politiche e amministrative quando, e se, non condivise. Se vorrà Gatti in questo anno sabbatico potrà riflettere e, se vorrà, potrà fare da solo sana autocritica e chiedersi perchè tante persone e forze politiche si sono coalizzate contro il suo agire politico. E mi auguro che prima o poi, con rinnovato vigore, in una forma o in un’altra, vorrà tornare a dare il proprio contributo di qualità al nostro territorio.
Terza esigenza è quella di dare il benvenuto alla Coppa Interamnia, l’unica manifestazione grazie alla quale Teramo diventa un palcoscenico internazionale con migliaia di giovani provenienti da tutto il mondo. L’unica manifestazione cittadina utile per il rilancio del marketing territoriale in chiave turistica, con il suo forte segnale positivo per l’Abruzzo e in particolare per il Teramano. Quando, nei primi anni ’70 Gigi Montauti e pochi altri amici diedero vita a questa manifestazione io c’ero. Ricordo quando Tiberio Cianciotta, con il suo travolgente entusiasmo, venne alla Zippilli e con il Prof. Di Paola provava a spiegarci le regole. Ricordo le prime partite, ma io volevo giocare a pallone. Ero sempre il più piccolo ma chi voleva fermarmi doveva sudare perché io non mollavo. Sudavo, cadevo, mi ferivo ma non mollavo. Iniziai a giocare a pallamano. Ricordo la mia prima partita in quella piazza che sembrava immensa e io piccolo, basso, magro vicino a quei ragazzoni venuti da fuori, e il mio compagno di classe Gigi Da Rui che mi faceva da scudo. Ricordo un negozio dietro le Poste centrali dove un signore bassino ci regalò la prima divisa per non vestire come dei cencioni. Ricordo sempre con gioia quegli anni in cui la città era in visibilio, tutto era bello, tutto era nuovo, tutto era festoso. Ricordo benissimo quando noi ragazzi aspettavano tutto l’anno i primi giorni di luglio: prima la Madonna e le ragazze teramane timidine e bruttarelle (tranne una venezuelana indimenticabile) e le due sorelle che se gli pagavi un gettone ti facevano toccare un pò le tette, ma poco. Io, ragazzino timido ed educato tutto scuola e palestra, in quei giorni mi dissanguavo tutto il salvadanaio a comprare gettoni. Ma poi, dopo pochi giorni la vendetta, arrivavano le straniere con i pantaloncini corti e per qualche sera ci sembrava di vivere in paradiso. Chi raccontava di incontri fantastici, chi narrava amori improbabili, chi ogni sera una diversa. E non importa se erano tutte fandonie da ragazzo, io in quegli anni ho cominciato a desiderare di viaggiare e da allora ancora non mi fermo. Ricordo le sfilate immense, i colori e i primi popoli strani che arrivavano. E chi li aveva mai visti i cinesi, i negri, quelli del nord. Ricordo le feste, la gioia, qualcuno fumava per sembrare più grande, addirittura qualcuno comprava la birra, ma era vietato. Ho tanti tanti tanti ricordi di quei giorni. Era tutto diverso. Non c’erano le follie dei braccialetti inutili. C’era la voglia di divertirsi. E tutta la città era coinvolta. Punto. Oggi apprezzo ancora di più quanto viene fatto, perché so quanta fatica occorre per organizzare, conosco bene lo strenuo impegno che necessita per arrivare agli obiettivi prefissati, dando per questo motivo nient’altro che il meglio di sé. Specialmente per un evento che è sportivo, ma anche turistico, culturale, educativo. Un evento che stimola la convivenza, il rispetto e così diviene strumento di pace. Un evento che non è fatto solo di competizione. Una manifestazione come la Coppa Interamnia è ricca di senso etico, specialmente per la gioventù, diventa palestra di un sano agonismo, scuola di formazione ai valori umani e spirituali, mezzo privilegiato di crescita personale e di contatto con la società, possiede un notevole potenziale educativo soprattutto in ambito giovanile e, per questo, occupa un grande rilievo nella formazione dei nostri giovani e della persona. Oggi sulla mia pelle so che alla sua creazione concorrono più elementi: passione, capacità gestionale, alta professionalità, riconosciuta serietà, poi esigenze economiche e necessità burocratiche diverse, spesso difficili da conciliare, che partono dall’allestimento delle strutture al tipo di evento che si vuole organizzare. Ma soprattutto il mio benvenuto nasce dal ricordo delle emozioni che la Coppa mi ha regalato. Ecco un’altra parola chiave della Coppa: “regalato” Perché in questi 40 e più anni la Coppa ha regalato, ha donato alla città momenti belli ed importanti. E forse anche per questo c’è stata un pò di stanchezza e forse non tutti apprezzano come una volta questa straordinaria manifestazione . Che è di tutti noi e per noi tutti. Allora, mentre si cominciano ad accendere ufficialmente i riflettori sulla Coppa Interamnia , pronta ad affrontare e vincere nuove e prestigiose sfide, da questo mio piccolo palcoscenico voglio gridare forte e da teramano “Benvenuta Coppa Interamnia”. Voglio dire a voce alta “Grazie Montauti” e con il cuore grazie a tutti i suoi tanti collaboratori, volontari, che lavoreranno per Teramo. Che lavoreranno per me anche se io anche quest’anno non ci sarò. Sono felice di aver potuto leggere che, dopo tanto travaglio, questa sarà una edizione che “si è adoperata per rimanere sempre viva e più viva” come ha detto Montauti. Ma dipende anche da noi farla ancora più bella e più viva. Questa Coppa è la nostra coppa. Amiamola. Difendiamola. Frequentiamola. Valorizziamola. E’ la nostra coppa e il suo successo dipende anche da noi. Viva la Coppa Interamnia.
Leo Nodari