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“Il presunto ‘uomo nuovo’ Legnini utilizza mezzi politici vecchi, anzi vecchissimi”.
È quanto afferma il candidato presidente alla regione Abruzzo per il centrodestra, Marco Marsilio, in merito all’annuncio dato dal suo concorrente di centrosinistra relativamente all’assegnazione di un posto in giunta a Mauro Di Dalmazio.
“Partendo dal principio che non toccherà a Legnini decidere l’esecutivo regionale perché non sarà lui a vincere le elezioni del 10 febbraio, preme sottolineare come la poltrona sia stata promessa a Mauro Di Dalmazio all’indomani della chiusura del contenzioso relativo alla lista Abruzzo insieme, cui l’ex esponente della giunta Chiodi ha consentito di presentarsi alle elezioni senza raccogliere le firme, regalando un simbolo che, solo cinque anni fa, colse il consenso di migliaia di elettori di centrodestra e che oggi viene svenduto da chi non ne ha titolo per accordi da contrabbandieri”.
“Oggi, Di Dalmazio, appoggia quel centrosinistra che lui ha combattuto, sostiene quegli stessi assessori e consiglieri del Pd che qualche mese prima aveva criticato e osteggiato”.
“La differenza tra il centrodestra e il centrosinistra sta proprio in questo modo di intendere la politica: Legnini la interpreta come un affare privato tra due contraenti, un do ut des da mercenari della politica, non certo da edificatori della res publica, archiviando definitivamente quella diversità per la quale i comunisti hanno sempre guardato gli altri con supponenza, una diversità che deve fare riflettere tutti gli elettori; il centrodestra invece, rispetto a chi cambia casacca all’ultimo minuto, a chi fa il furbastro ricorrendo a espedienti di basso profilo umano e politico, risponde ‘no, grazie’”.