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DIPADOVAPILOTTIIn un articolo riportato oggi su La Repubblica, l’ex Presidente Barack Obama, in un discorso agli studenti di un college americano parla loro di quelli che sono sempre consapevoli dei loro comportamenti, della purezza del loro operato e del pericolo che queste “sciocchezze che dovrebbero essere superate velocemente” trovino ampia eco nel mondo dei social e dei mezzi di comunicazione. Parla di coloro che “Pensano di fare la differenza giudicando il più possibile l’operato degli altri, e questo per loro è abbastanza, come se io facessi un tweet o un hastag inerente a un tuo errore o a un tuo verbo sbagliato per poi sedermi e sentirmi bene con me stesso. D’altronde lo vedi come sono sveglio? Ti ho beccato! … Sapete questo non è attivismo. Non è fare qualcosa per un cambiamento, se tutto quello che sto facendo è scagliare pietre. Probabilmente non andrete lontano, ma è facile farlo”. 
E credo che questo discorso si adatti alla perfezione a quello che stiamo leggendo sui media circa la inaspettata chiusura del sottopasso di Villa Pavone - che non ancora inaugurato sarebbe invece dovuto rimanere aperto in occasione del fine settimana di Tutti i Santi e Ricorrenza dei defunti proprio per volontà e richiesta dell’Assessore Di Padova-; dichiarazioni in cui qualche consigliere dell’opposizione, la cui voce è amplificata dai media, parla di “vicenda tragicomica” e di “cartolina ferma di questo assessore”. L’assessore Di Padova ha rilasciato da poco una nota in cui spiega l’accaduto; chi vorrà potrà farsene un’idea e giudicare se nella vicenda vi siano responsabilità in capo all’Amministrazione, e all’Assessore, che io francamente non vedo. 
Non è questo però quello mi spinge ad intervenire da capogruppo del mio partito. È altro. Vorrei infatti dire a quelle persone che oggi puntano il dito parlando di tragicomica, che pensano di fare la differenza giudicando il più possibile l’operato degli altri e che questo sia abbastanza, e dirlo in particolare a quelli che ieri in Comune sedevano sui banchi della maggioranza, che forse a furia di additare scandali, non si sono nemmeno resi conto che nella convenzione stipulata dalla passata Amministrazione con Rete ferroviaria italiana, il sottopasso di Villa Pavone doveva essere ciclopedonale, mentre invece nell’atto deliberativo che venne adottato sempre dalla medesima maggioranza di cui faceva parte anche qualche consigliere che oggi siede in minoranza e ama fare accademia, QUEL SOTTOPASSO DRAMMATICAMENTE SI TRASFORMÒ IN SOTTOPASSO PEDONALE, PURAMENTE E SEMPLICEMENTE. 
Ed allora, se davvero vogliamo usare aggettivi come tragico e comico, direi che il primo  lo dovremmo riservare a chi, per errore, distrazione, valutazione consapevole o non so che altro, deliberò questa scelta, ed il secondo a chi oggi dà fiato per attribuire patenti ad un Assessore che invece è riuscito a ottenere l’adeguamento dell’originario sottopasso facendolo dotare, almeno, di un sistema che lo renda accessibile ai portatori di handicap e, soprattutto, un secondo sottopasso non previsto dalla convenzione originaria, totalmente ciclopedonale e senza barriere architettoniche (presso l’attuale passaggio a livello di Cartecchio). E di questo mi piacerebbe magari che si parlasse, piuttosto che fare polemiche, facili quanto volete, ma che non porteranno lontano.
           Luca Pilotti 
Capogruppo PD Teramo