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dalbertocandidato2lucacoronaIl consigliere Luca Corona accusa ed il Sindaco si difende sull'arbitrato con il Ruzzo. Scrive Corona: «Come i teramani ricorderanno, circa un anno fa, i Sindaci della Provincia di Teramo, eccezion fatta per Quello del Comune Capoluogo ed altri quattro, rielessero, a larghissima maggioranza, il CDA del Ruzzo.

Il Sindaco di Teramo diede luogo ad una serie di contestazioni sul piano formale e ritenne, in piena solitudine, di adire le vie legali contro il Ruzzo e contro i membri del CDA, Cognitti, Grotta e Forlini.

Nei giorni scorsi il Collegio Arbitrale ha CONDANNATO il Comune di Teramo a rimborsare ai tre membri del CDA le spese di giudizio pari ad €. 4.483,20 maggiorate del 15% oltre alle spese dagli stessi anticipate e quelle per il funzionamento del Collegio Arbitrale escludendoli dalla controversia.

Si tratta di circa €.15.000,00 che il COMUNE, cioè i CITTADINI, dovranno sborsare per i “capricci” del Sindaco.

Tra l’altro, giova segnalare che gli altri atti di programmazione del Ruzzo hanno successivamente ottenuto il voto favorevole di ben 33 Sindaci ad accezione, al solito, di Quello ormai isolato del Comune di Teramo.

Propongo al Sindaco D’Alberto di riunire la sua maggioranza affinchè provvedano loro stessi alle spese del “capriccio” con l’esborso di €. 500,00 a testa così eviteranno di far pagare €. 15.000,00 alla collettività, fermo restando che mi auguro che non perdano anche nelle successive fasi di giudizio con aggravio di spese e di costi e comunque... “NULLA DI PERSONALE”».

Pronta la replica del Comune che replica: «In riferimento alla decisione del collegio arbitrale relativa all’azione intrapresa dal Comune di Teramo in merito al bilancio della Ruzzo Reti spa, l’amministrazione comunale precisa che l’attività del Comune è basata unicamente sulla tutela dell’interesse pubblico, visto che si è in presenza di una società partecipata, la quale deve rispondere alle norme che disciplinano l’azione degli enti pubblici.
In ogni caso, il pronunciamento del collegio arbitrale non è definitivo ma semplicemente un lodo parziale, relativo ad un aspetto di una più ampia contestazione; l’organismo, infatti, non si è pronunciato nel merito e ha disposto che la causa proceda, riconoscendo implicitamente che ci sono ragioni per esaminare ed approfondire la vicenda.
L’azione dell’amministrazione è dettata dall’unica volontà di perseguire l’interesse della collettività e dei cittadini dell’intera provincia.
Si prende atto che la questione posta sarà comunque trattata nel merito, perciò degna di istruttoria. Quindi, nessuna sconfitta contro la Ruzzo Reti, anzi il procedimento prosegue.

Il Sindaco sottolinea: “Non si tratta di un atto contro qualcuno. La nomina del CdA della Ruzzo non risponde a due criteri: il primo connesso alle disposizioni dello Statuto, il secondo di autentica natura politica, non rinviabile o procrastinabile. Abbiamo posto la questione anche in termini giuridici perché riteniamo necessaria una innovativa direzione, capace di invertire la rotta e assicurare una gestione positiva di una delle aziende più importanti del territorio, che ha il compito di tutelare e garantire un bene primario per i cittadini, quale è appunto l’acqua. La decisione di impugnare il verbale della seduta è in linea con quanto sostenuto e affermato nel messaggio che la nostra elezione ha incarnato: non scendere a compromessi che sanno molto di “politichese” e poco di una reale volontà di affrontare le problematiche e le sfide di un ente fondamentale come è il Ruzzo. Il nostro unico obiettivo è di tornare a fare di tale azienda non solo una società attiva ed efficace ma anche una impresa che risponda alle importanti e ineludibili attese dei cittadini”».