“Il Cura Abruzzo 2 è legge, il presidente Marsilio però precisa sui mezzi di informazione che non ci sono ancora certezze sulle coperture finanziarie. Il giorno successivo l'Assessore Febbo sostiene il contrario, ovvero che la legge dispone di coperture certe e scelte di buon senso, attaccando le organizzazioni sindacali e quelle datoriali che avevano criticato la legge. I due esponenti del governo regionale dovrebbero chiarirsi tra di loro: basta leggere il testo della legge per essere certi che i tanti milioni di euro promessi ad oggi non sono affatto disponibili se non in minima parte”. Lo affermano Cgil, Cisl, Uil e Ugl Abruzzo a proposito della legge Cura Abruzzo 2.
“La maggior parte degli interventi – osservano i segretari regionali Carmine Ranieri (Cgil), Leo Malandra (Cisl), Michele Lombardo (Uil) e Gianna De Amicis (Ugl) – potranno vedere copertura solo a seguito della riprogrammazione di fondi statali non vincolati o finalizzati ad attività compatibili con le finalità della legge e solo a condizione che per tali fondi non siano stati formalmente assunti impegni giuridicamente vincolanti nei confronti di terzi, ivi compresi gli enti locali”.
“Ulteriori risorse – aggiungono – saranno poi rinvenute attraverso la riprogrammazione dei fondi relativi al por fesr Abruzzo 2014-2020 e nei limiti consentiti dalle disposizioni contenute nei pacchetti di modifica dei regolamenti europei sui fondi strutturali. Altre coperture, infine, dovranno essere reperite a seguito dell'approvazione del rendiconto 2019 che può consentire lo svincolo di quote di avanzo vincolato di amministrazione”.
“In ordine alla riprogrammazione dei fondi strutturali – dicono ancora i sindacalisti – non è certo indifferente capire a quali investimenti, progetti ed azioni già programmate (stiamo parlando della programmazione europea 2014-2020) verranno sottratte risorse per cui ad ogni euro inserito nella legge tramite questa previsione corrisponderà un euro in meno su un altro settore. Per i sindacati tuttavia è necessario procedere alla riprogrammazione dei fondi europei per ricalibrarne una parte al fine di far fronte all'emergenza in atto ma ritengono necessario aprire un confronto su quali fondi sia opportuno agire, di quali investimenti si possa fare a meno e su quali invece è assolutamente necessario accelerarne la partenza in quanto progetti strategici per lo sviluppo della nostra regione”.
“Già con le delibere di Giunta Regionale necessaria a dare attuazione ad alcune misure della Legge Regionale 9/2020, cosiddetta Cura Abruzzo 1 – evidenziano i quattro segretari – sono stati tagliati 2 milioni di euro destinati alla realizzazione della bretella di collegamento del porto di Ortona con l'autostrada A14. Si tratta di un'opera fondamentale per lo sviluppo della portualità e vitale per lo stesso funzionamento della zona economica speciale, che dalle coste abruzzesi si sviluppa verso l'Abruzzo interno nell'ambito del progetto di trasversalità Tirreno Adriatico. Un progetto che, a parole, la stessa Giunta Regionale abruzzese ritiene strategico”.
“E’ necessario evitare, in questa fase molto delicata – dicono ancora – di ripercorrere gli errori già commessi con la Legge Cura Abruzzo 1, una legge approvata in tutta fretta, che con l’inserimento della norma sulla “pace legale” rischia di costare ai cittadini abruzzesi oltre 160 milioni di euro, con il rischio ulteriore che la Regione debba aumentare ancora le tasse a cittadini e imprese abruzzesi”.
“È evidente – affermano – che se si vuole mettere in campo una vera strategia per risollevare la nostra regione dalla grave crisi economica conseguente alla pandemia in atto, è necessario capire con certezza quali risorse possiamo mettere in campo, quali sono gli interventi prioritari da attuare e dove è necessario tagliare per utilizzare quelle risorse su altre priorità. Il tutto nell'ottica di aiutare famiglie, lavoratori, imprese, ma anche nella consapevolezza di dover far partire subito gli importanti investimenti previsti nel masterplan, quelli in innovazione, università, ricerca, ambiente, perché solo così la nostra regione potrà modernizzarsi e diventare una regione che attrae investimenti privati”.
“Infine dobbiamo considerare che se la regione riuscirà a far partire immediatamente gli investimenti già previsti nella programmazione europea 2014-2020, ciò comporterà l'attivazione di nuovo lavoro, creerà nuova domanda di beni e servizi necessaria per far ripartire la nostra economia regionale. Le iniziative che la Regione metterà in campo nei prossimi mesi saranno fondamentali per lo sviluppo dell'occupazione e dell'economia regionale negli anni a venire, per questo – concludono Ranieri, Malandra, Lombardo e De Amicis – è necessario che vi sia un confronto serio e trasparente, preventivo e di merito con le parti sociali e che la Regione attui queste scelte strategiche con la massima trasparenza”.