La volontà dell’attuale Amministrazione Comunale di Nereto di intitolare una via del paese a Giorgio
Almirante costituisce una scelta incomprensibile.
Giorgio Almirante, è bene rammentarlo, ha incarnato ciò che di peggio ha vissuto il nostro Paese: il fascismo.
Nulla Almirante si è risparmiato.
Negli anni del Ventennio è tra i firmatari del Manifesto della Razza (1938 - all’art.4 stabiliva “La popolazione
dell’Italia attuale è nella maggioranza di origine ariana e la sua civiltà ariana”
- art 6. “Esiste ormai una pura
“razza italiana” – art.9 “Gli ebrei non appartengono alla razza italiana”) che apre la strada alla promulgazione
delle leggi razziali e quindi alla fattiva partecipazione del fascismo all’olocausto. Giorgio Almirante ha
ricoperto incarichi di primo piano nella propaganda di quella politica razziale del regime fascista che condusse
alla morte nei lager circa 6.000 italiani di religione ebraica.
Giorgio Almirante fu inoltre colui che nella primavera del 1944 firmò il ‘bando della morte’ con il quale si
preannunciava la fucilazione degli sbandati e dei renitenti alla leva, legittimando quella ‘guerra ai civili’.
Durante la guerra si pone al servizio degli occupanti nazisti aderendo alla Repubblica di Salò.
Ancora negli anni Settanta viene incriminato, salvo poi beneficiare di un’amnistia che si guardò bene dal
rifiutare, per aver favorito la latitanza di un terrorista neofascista responsabile della strage di Peteano, uno
degli atti più cruenti degli anni di piombo in cui furono uccisi tre carabinieri.
Cosa ha a che fare con la storia di Nereto, che ha concesso la cittadinanza onoraria al Presidente Partigiano
Sandro Pertini antifascista, con chi sosteneva che “Il razzismo ha da essere cibo di tutti e per tutti se,
veramente vogliamo che in Italia ci sia, e sia viva in tutti, la cosienza della razza....Altrimenti finiremo nel fare
il giogo dei meticci e degli ebrei; degli ebrei che, come hanno potuto in troppi casi, cambiare nome e
confondersi con noi....”.
Questo, ovviamente, è solo un breve compendio della biografia di Giorgio Almirante, che mai ha rinnegato la
propria adesione al fascismo, partecipando attivamente alla devastazione morale e materiale dell’Italia
perpetrata da Mussolini durante il Ventennio, e cercando di reiterarla anche durante gli anni della Repubblica
democratica.
L’intitolazione di una via a Giorgio Almirante decisa dall’attuale Amministrazione di Nereto si rivela se
possibile ancora più inammissibile venendo affiancata dall’intitolazione di una via a Enrico Berlinguer, quasi
a compensazione ed a sancire un’aberrante equiparazione tra fascismo e antifascismo. Un atto che va ad
infliggere una ferita alla comunità, aprendo nuove divisioni quando invece ci sarebbe bisogno di maggiore
coesione per rispondere ai bisogni reali dei cittadini. Un atto che nulla ha a che vedere con la storia di Nereto,
e che anzi la oltraggia.
ANPI Val Vibrata
Il Pres.te Avv. Francesco Antonini