L’incontro tra Enel, Terna e i cittadini della Cona di mercoledì è stato organizzato solo per far “digerire” ai residenti della zona, che lunedì prossimo saranno ripresi i lavori che termineranno a novembre, per il parziale trasferimento della centrale elettrica. Una finta delocalizzazione perché la cabina primaria resterà dov’è, saranno spostati dall’altro lato della strada le apparecchiature ad essa relative e si realizzerà una linea “provvisoria” proveniente dal fiume Tordino -in ambito SIC- e dalla collina, che sicuramente sarà per sempre, infatti il progetto che dicono “definitivo”, con la linea che arriva dalla zona del deposito TUA, non è ancora stato approvato. Saranno, quindi, collocati nel quartiere Cona ulteriori due tralicci “provvisori” e implementata la struttura di un altro traliccio già esistente.
La cosa peggiore, in questa ingannevole vicenda, è che i cittadini della Cona, sono stati abbandonati dall’amministrazione di centro sinistra, che non li ha difesi minimamente, infatti è stata dalla parte di Enel e Terna, anziché reperire le risorse necessarie per una vera delocalizzazione. Queste aziende private, facendo i propri esclusivi interessi, rinnoveranno gli impianti con la minima spesa, lasciandoli in un contesto urbano densamente abitato, la Cona, uno dei quartieri più popolosi di Teramo, con tutti i pericoli conseguenti. Radiazioni elettromagnetiche, rischio incendio, divieto già previsto di permanenza all’interno dell’impianto per più di quattro ore agli operatori, invece sussistono abitazioni e attività adiacenti all’impianto, in cui dovranno trascorrere la propria vita delle persone a contatto diretto con pericoli e radiazioni elettromagnetiche.
La lega è impegnata a costruire la futura amministrazione di cento destra e sarà dalla parte dei cittadini, per tutelarli e difenderli. Crediamo che gli abitanti della Cona siano stati truffati, la delocalizzazione non c’è stata e l’unico detrattore per gli operatori e il Comune sembrava l’impatto “visivo” dei tralicci.
I nostri concittadini della Cona sono stati trattati come i poveri “cafoni” descritti da Ignazio Silone in Fontamara, fecero credere loro che l’acqua della fontana non veniva tolta per cinquant’anni, ma “per soli 10 lustri”, sempre 50 anni! Analogamente la cabina elettrica primaria resterà dov’era, le “infrastrutture ad essa afferenti” saranno spostate sull’altro lato della strada, alimentate da tralicci “provvisori”. Con buona pace dell’amministrazione di centro sinistra, che quando è all’opposizione erige barricate per l’ambiente, accanto alle associazioni sinistrorse, ma in questo caso nessuno ha mosso un dito!
La lega sarà accanto agli abitanti della Cona, costretti perfino a presentare un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica per ottenere la VERA delocalizzazione della Cabina Primaria e delle strutture connesse in contrada Gattìa, o altra località idonea, fuori dal centro abitato.
Berardo Rabbuffo