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TONYDIGIANVITTORIO
 
Dopo il rinvio del consiglio comunale in prima convocazione per mancanza del numero legale, l’amministrazione Di Gianvittorio è sempre più nel caos e appesa a un filo. Durante l’ultima seduta del consiglio in seconda convocazione si sono dimessi l’assessore all’Istruzione Stefania Di Paolo e il consigliere delegato Giuseppe Marziani, che hanno rimesso tutte le deleghe depositando le motivazioni per iscritto al segretario comunale e imputandole alla mancanza di trasparenza, coinvolgimento nelle scelte da parte del sindaco e, fatto ancora più grave, firma di atti – vedi convenzione con privati – dei quali sono stati tenuti completamente all’oscuro. Con il rinvio dell’approvazione della TARI, il sindaco Di Gianvittorio di fatto ha sconfessato l’operato del suo stesso vice sindaco Leonardo Recchiuti, con delega al bilancio, che ha illustrato con enfasi la delibera sulla TARI rivendicando il grande lavoro svolto dall’Amministrazione credendo di non aver aumentato le tariffe. Per il gruppo di opposizione, la consigliera Antonina Speziale, dati alla mano, ha dimostrato che la TARI sarebbe aumentata su tanti nuclei famigliari. Per effetto delle nuove tariffe, inoltre, le attività commerciali, industriali e artigianali subiranno un aumento del 5%! Il sindaco, non avendo più i numeri, è stato costretto per fortuna a rinviare l’approvazione della delibera, rimediando l’ennesima figuraccia, e ha poi inscenato un vero teatrino comico: ha dimostrato di non conoscere i contenuti della delibera che portava all’approvazione del Consiglio chiedendo alla consigliera Speziale delucidazioni sui rincari della TARI a seconda della composizione dei nuclei familiari e riservandosi successivi approfondimenti! Come opposizione siamo ben lieti di illustrare al sindaco i contenuti e i perversi effetti dei provvedimenti che lui porta all’approvazione del Consiglio, evidentemente senza leggerli o, se li ha letti, evidentemente senza averli compresi. Oramai assistiamo da oltre un anno ad un grottesco teatrino dell’assurdo, a una gestione della cosa pubblica improntata a una concezione arrogante e personalistica, che sta arrecando danni gravissimi all’Ente e all’intero paese, con gli effetti che sono già sotto gli occhi di tutti, con tutte le tasse ai massimi livelli per famiglie e imprese, per finanziare i capricci del sindaco-sovrano. Tant’è che le uniche opere pubbliche finora messe a terra sono esclusivamente frutto dei progetti finanziati durante l’Amministrazione Di Bonaventura.