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Nel pomeriggio di ieri, lunedì 22 luglio 2024, nella sede della CGIL di Roseto si è costituito formalmente il Coordinamento Teramano a sostegno della raccolta firme per il referendum abrogativo sull’autonomia differenziata. Un coordinamento che ha visto la convergenza di un larghissimo arco di forze sociali, politiche, associative e di tante realtà della società civile e della cultura, che condividono l'obiettivo di condurre insieme questa battaglia e di farlo nella maniera più articolata, capillare e diffusa possibile. Del Coordinamento fanno già parte ACLI, ANPI, ARCI, Associazione Antonio Gramsci Abruzzo, AUSER, CGIL, Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, Demos, Federconsumatori, Giovani Democratici, Guide della riserva del Borsacchio, Insieme Possiamo, Italia Viva, Legambiente Teramo, Movimento 5Stelle, Partito Democratico, Partito Socialista Italiano, Rifondazione Comunista, Sinistra Ecologia e Libertà, Sinistra Italiana, UDU, UIL, UISP, Verdi, WWF. Tanti i banchetti in programma: nelle feste di partito, negli appuntamenti sindacali, lungo le spiagge e le vie montane delle vacanze, nelle piazze, nelle strade, nei parchi pubblici delle città e nei luoghi di lavoro, oltre alla piattaforma on line. L’obiettivo è di raccogliere 500mila firme in 70 giorni in calce al quesito referendario per abolire la legge sull’Autonomia differenziata. Una norma, giova ribadire, che spacca il Paese, rendendo più deboli e soli cittadine e cittadini, lavoratori e lavoratrici, pensionati e pensionate del Nord, del Sud e del Centro. «Rivolgiamo un appello alle associazioni e a tutti coloro che vogliono firmare e far firmare, a contattare i sindacati, le associazioni e i partiti componenti il coordinamento per vincere oggi la sfida della raccolta firme e domani quella del quorum - dicono i promotori - Il primo appuntamento a cui invitiamo gli organi di informazione a partecipare è per sabato 27 luglio 2024 alle ore 9:00 a Teramo in Piazza Martiri, nel quale oltre a raccogliere le firme illustreremo il contenuto del quesito referendario. Insieme riusciremo ad evitare la fine dell’Italia “una e indivisibile”, come Costituzione sancisce».