Considerata la gravità delle affermazioni dei consiglieri di opposizione nei confronti di questa maggioranza e della giunta comunale, siamo costretti a dover mettere in chiaro una posizione, molto limpida e quanto mai rispettosa dei ruoli, assunta da noi consiglieri di maggioranza.
Non possiamo permettere ai protagonisti della stagione più buia della città di Teramo, i cui danni scontiamo ancora oggi, soprattutto economicamente, di fare a noi la morale. Non lo permettiamo specie per via del fatto che loro stessi hanno perso diverse cause al TAR proprio per mancata trasparenza degli atti, a differenza di questa amministrazione che mai ha subito uno smacco del genere.
L’opposizione, ingenuamente, con queste sterili polemiche, gonfiate ad arte in maniera strumentale, mette in mostra la natura strategico-politica dietro a questa “querelle”, forse dovuta all’invidia nei confronti di chi, per la prima volta in più di 60 anni, riesce a mettere mano ad una struttura distrutta per interessi commerciali, contro la vocazione culturale di una città, la quale nel giro di questo mandato consiliare vedrà un teatro funzionante e finalmente fruibile in tutte le sue parti ai fini dello spettacolo e della cultura, aprendosi alla comunità, ai cittadini Teramani e non.
Citiamo giustamente gli atti, partendo dal regolamento del consiglio comunale, il quale, in merito alle commissioni d’indagine determina che possono essere costituite ”su richiesta motivata od a seguito di segnalazione di gravi irregolarità effettuata dal Collegio dei Revisori dei Conti o dal Difensore Civico Regionale”.
Ebbene segnalazioni di gravi irregolarità da parte del Collegio dei Revisori dei Conti o del Difensore Civico Regionale non ce ne sono state, quindi passiamo alla “richiesta motivata”.
Dal momento in cui su questa vicenda si è già espresso un giudice del Tribunale Amministrativo Regionale e dal momento in cui, come per ogni sentenza che si rispetti, sono state acquisite le documentazioni dallo stesso giudice, pacificamente non risulta in alcun modo adeguato, in quanto politici, sostituirsi all’operato di un magistrato.
Per di più, si dovrebbe considerare come, anche a difesa delle tempistiche necessarie alla conclusione dei lavori del teatro comunale, definite dal Governo nazionale, si sia deciso di accelerare i tempi trovando un accordo che equivale ad appena il 6% circa di quanto richiesto dalla controparte.
Pertanto, ciò rinnova la forte impressione che si tratti per l’ennesima volta di mera propaganda politica che risulta esclusivamente sterile e lontana dal nostro corposo progetto di rinascita della città di Teramo.
I Gruppi Consiliari di maggioranza al Comune di Teramo