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RABBUFFOBERARDOChe in una città, in centro storico, si aprano cantieri per ristrutturazioni, riparazioni, restauri ecc. è non solo normale ma auspicabile. Specie se la cittàè Teramo, dove il sisma ha lasciato tracce profonde che, dopo anni, ancora non si cancellano. Quello che, invece, normale non può considerarsi, è quel che sta accadendo, per esempio, in Largo Melatino dove, in presenza di un cantiere, un cartello tenta di spiegare ai cittadini che, per motivi tecnici, i mezzi di cantiere percorreranno il Corso de Michetti nei due sensi.

Risultato: mezzi che vanno e vengono in doppio senso, automobilisti interdetti, traffico stravolto, ZTL sospesa, confusione generale con inevitabile contorno di disagi e lamentele. Si tratta, ovvio, di causa di forza maggiore; ma davvero non si poteva immaginare un'altra soluzione, per esempio la più ovvia, ovvero riaprire al traffico Via S Antonio? Non si riesce davvero a comprendere perché' non si sia adottata questa soluzione che appare la più semplice.

Quando si è costretti ad alterare la viabilità urbana per motivi ineluttabili occorrerebbero forse, uno studio preventivo e un'analisi delle possibili soluzioni alternative con l'obiettivo irrinunciabile di creare ai cittadini il minor disagio possibile. Non ci sembra che ciò, in questo caso, sia avvenuto: si è scelta una soluzione tortuosa, comunicata male, che sta creato disguidi e disagi, con un traffico in Corso de Michetti, che sembra impazzito, con aumento di inquinamento anche acustico, con disorientamento generale degli automobilisti che si trovano a dover attraversare la zona e dei pedoni che si ritrovano a passare tra le macchine. L'unica cosa chiara è l'aspetto sanzionatorio, cifra ormai irrinunciabile di questa amministrazione, solennemente evidenziato nell'apposito cartello:

"Divieto di transito e di sosta con pena aggiunta di rimozione coatta": sic et simpliciter. Al cittadino non resta che sopportare i disagi, accollarsi, se del caso le giuste sanzioni, e continuare a chiedersi perché' non si sia trovata una soluzione meno impattante, perché' non si sia scelto di riaprire via S. Antonio evitando, cosi, di far gravare tutto il traffico sul corso; perché' non si sia studiato un minimo di programmazione degli interventi, per lo meno quelli previsti e programmabili,  per evitare che la città diventi, all'improvviso , una convulsa successione di cantieri piccoli e grandi con gli annessi e conseguenti disagi, piccoli e grandi. Tutti perché' che resteranno, come sempre, senza risposta: restano i disagi, i disguidi, le difficoltà a fruire del centro storico, l'inquinamento, i danni al commercio ed alla vivibilità urbana, l'esasperazione dei cittadini.

Ma per l'amministrazione va bene così.

Berardo Rabbuffo