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mediciIl lavoro dei medici di medicina generale, comprendendo tutti e tre i settori in cui operiamo - assistenza primaria, continuità assistenziale ed emergenza territoriale -, è stato stravolto dall’attuale emergenza epidemica, ma è proprio in momenti così difficili che si può aprire la strada del rinnovamento e di una maggiore efficienza dei servizi, lasciando da parte sterili ed inutili rivendicazioni da parte della nostra stessa categoria, ma anche e soprattutto accuse sommarie e generiche circa presunti comportamenti non consoni di alcuni colleghi. Accuse, queste ultime, che fanno male se si considera che i medici di base si trovano spesso allo sbaraglio e senza strumenti di protezione adeguati.
Comprendiamo quanto i pazienti siano provati da questo momento storico e come sia difficile adattarsi ai cambiamenti, specie se imposti dall’oggi al domani. Tali cambiamenti sono però necessari, soprattutto per la tutela della salute pubblica. Gli ingressi contingentati, il potenziamento della telemedicina, i triage telefonici sono alcuni di questi. Un medico che si espone ad un contatto inutile e senza adeguate protezioni, e che poi si ammala, non solo toglie una unità dal territorio, ma si può trasformare in “untore”, con gravi conseguenze come peraltro fatti accaduti hanno dimostrato. La sicurezza dell’operatore è primaria. Ricordiamo che il maggior numero di morti per Covid si conta proprio tra le file dei medici di medicina generale.
Pertanto eventuali accuse sollevate dagli utenti andrebbero circostanziate e comunicate agli operatori interessati, nelle sedi opportune, fornendo così la possibilità di dare le eventuali spiegazioni del caso, senza assistere ad una pericolosa inversione di un principio del diritto. Ricordiamocelo tutti: si è innocenti fino a prova contraria.
Mandare messaggi a mezzo stampa e tv che facilmente si prestano ad interpretazioni distorte, danneggia non solo l’immagine di una intera categoria ma la sottopone a pesanti pressioni mediatiche esercitate da parte di chi ci vorrebbe unici responsabili delle grandi difficoltà della medicina del territorio.

Alla luce delle considerazioni espresse e tenendo conto del fatto, oggettivo, che nessuno dei medici di base si tira indietro di fronte alle proprie responsabilità, la Asl dovrebbe chiarire meglio i compiti dei vari operatori chiamati ad intervenire nei casi di emergenza. Ciò per evitare che si creino confusione e sovrapposizioni di ruoli e che, nei casi di cui stiamo parlando, i medici di base siano chiamati a lavorare senza adeguati mezzi di protezione.
Facciamo appello ai cittadini di continuare a riporre la loro fiducia nella medicina del territorio, dal 118 ai medici di guardia e ai medici di famiglia, rassicurandoli che riceveranno sempre una risposta adeguata nei tempi e nei modi richiesti da ogni singolo caso. Ricordiamo tra l’altro che nella nostra Asl sono state istituite le USCA (unità speciali di continuità assistenziale) il cui compito principale è quello di recarsi, dietro segnalazione dei medici curanti, al domicilio dei malati Covid o sospetti tali, garantendo il massimo della sicurezza all’utenza e agli operatori. Questi medici sono in costante contatto con i medici di famiglia al fine di agire di concerto nella gestione domiciliare dei malati. L’assistenza è un percorso da fare assieme, senza reciproca collaborazione non si va avanti, e sarà ancora più difficile superare questo momento così impegnativo per operatori e cittadini.

Fimmg Teramo