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“La programmazione ospedaliera regionale non ha penalizzato nessun territorio e nessuna provincia: è stata portata avanti, come abbiamo sempre rimarcato, in un’ottica di rete hub e spoke: è in questa prospettiva che vanno letti i numeri dei posti letto delle Asl, assegnati utilizzando come parametro il numero degli abitanti. Utilizzare altri metodi o, peggio, adombrare penalizzazioni è sbagliato, oltre che scorretto. Anche perché, secondo la logica del consigliere Mariani, la provincia di Pescara, che ha più abitanti di quella Teramo, dovrebbe lamentarsi perché ha solo 3 ospedali contro i 4 della provincia vicina”.

Lo rimarca l’assessore alla Salute, Nicoletta Verì, commentando le affermazioni del consigliere regionale di minoranza Sandro Mariani, sul numero dei posti letto assegnati alla Asl di Teramo nella nuova rete ospedaliera approvata in giunta nei giorni scorsi.

“Le tabelle vanno lette nella loro completezza, sempre – spiega la Verì – perché, ad esempio, al Mazzini sono stati aumentati i posti letto per pazienti acuti, che rappresentano la vocazione di un ospedale ad alta complessità con funzioni di secondo livello. Sono stati invece trasferiti ad Atri, altri posti letto per pazienti post-acuti, perché in quel presidio deve essere invece preponderante quel tipo di assistenza”.

Analoghi correttivi sono stati adottati anche negli ospedali di Giulianova e Atri, dove a fronte di una riduzione di posti per acuti, sono stati aumentati quelli per post-acuti.

“Non capisco – continua l’assessore – dove il consigliere Mariani abbia tratto la convinzione che la Asl di Teramo sia stata penalizzata rispetto alle altre Asl: nella delibera di giunta approvata, la dotazione totale di posti letto è infatti pari a 952, seconda solo a quella di Chieti (che ha una popolazione notevolmente superiore e ne conta 1193) e davanti all’Aquila (907) e Pescara (859). Rispetto a quanto previsto nel decreto commissariale 79 del 2016, a firma dell’ex presidente D’Alfonso, la Asl di Teramo ha quasi 100 posti letto in più”.

L’assessore torna a ribadire la grande attenzione che in questi anni la Regione ha riservato alla Asl di Teramo, sia per quanto riguarda l’aumento della quota di riparto del fondo sanitario regionale (grazie alla modifica del precedente criterio del costo storico, mai corretta dal centrosinistra), sia sul fronte dell’innovazione tecnologica, con l’acquisto di nuove apparecchiature per i presidi ospedalieri e territoriali (come Pet Tac, risonanze magnetiche, colonne laparoscopiche).

“Senza dimenticare – conclude l’assessore – l’assegnazione della terapia intensiva neonatale, il mantenimento in deroga della neurochirurgia al Mazzini, che secondo il Dm70 della collega di partito di Mariani, Beatrice Lorenzin, doveva essere cancellata. Capisco il clima da campagna elettorale, ma i numeri non possono essere interpretati o decontestualizzati. La verità è che per la prima volta nella storia, questa Regione ha una rete ospedaliera che è stata validata in tutte le sedi ministeriali e che ha il duplice merito non solo di migliorare il modello di assistenza agli abruzzesi, ma anche di aver aperto una riflessione sul Dm70 (approvato dal centrosinistra) che non teneva minimamente in considerazione le peculiarità dei territori delle regioni più piccole, equiparandole tout court a quanto previsto, come nel caso dell’Abruzzo, per il Comune di Milano”.