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L’Unione degli Universitari di Teramo si prepara a far sentire la propria voce, aderendo alla mobilitazione regionale e nazionale a partire da oggi, 25 settembre 2024.

Con l'inizio del nuovo anno accademico sono riemersi i soliti problemi, aggravati però da nuovi ostacoli: le studentesse e gli studenti sono stati schiacciati dall'ennesima batosta economica, rappresentata dall’aumento delle tariffe del trasporto pubblico locale, a cui si aggiungerà quello del trasporto regionale su rotaia a partire dall'inizio del 2025, con conseguenze pesantissime anche per le loro famiglie.

Non possiamo più tollerare che questi costi, già insostenibili, aumentino ulteriormente, gravando sempre più sulle spalle di chi già è costretto a fronteggiare l’aumento del costo della vita e la perdita di potere d’acquisto. Come Unione degli Universitari abbiamo alzato la voce e continueremo a farlo con ancora più forza, chiedendo un trasporto pubblico che sia sostenibile e che tenda gradualmente alla gratuità del servizio: il primo passo dovrà essere l’introduzione di un abbonamento a costi agevolati per gli universitari e del biglietto unico a Teramo come in tutta la Regione, una richiesta ripetutamente avanzata al governo regionale negli anni passati, tutt’ora rimasta inascoltata.

Ma la nostra battaglia non si ferma qui. Anche sul piano nazionale si accendono i riflettori su questioni cruciali: all’emergenza dei trasporti e al sottofinanziamento delle borse di studio, si aggiunge la piaga del cosiddetto “decreto Sicurezza”, che di sicurezza ha ben poco e che sembra a prima vista più un “decreto Repressione”, dal momento che introduce misure da regime contro manifestazioni pacifiche (con pene fino a due anni di carcere), aggravanti per chi protesta contro opere pubbliche come il ponte sullo stretto o il TAV, restrizioni per l’acquisto di SIM per i migranti e il divieto di vendita della cannabis light. E non finisce qui: questo Governo ha deciso di penalizzare ulteriormente la dimensione universitaria con nuovi tagli al Fondo di Finanziamento Ordinario, dopo la già importante riduzione subita rispetto allo scorso anno.

Non resteremo fermi a guardare: saremo nelle aule e nelle piazze, pronti a far sentire la nostra voce ad un governo regionale e nazionale sordo alle esigenze degli studenti.