Niente da fare, la Teramo Ambiente non ci vuole bene. La partecipata del Comune, non manca l’occasione di farci avere una sua testimonianza d’affetto.
Dopo le due querele, finite con una clamorosa sconfitta della TeAm, e una curiosa diffida, fattaci pervenire dalla responsabile della comunicazione, per un articolo nel quale nessuno l’aveva citata, ecco arrivare un’altra “comunicazione ufficiale”, stavolta firmata dal Presidente Sergio Saccomandi in persona personalmente.
Una nuova diffida che, e lo vogliamo dire subito, consideriamo UN GRAVISSIMO TENTATIVO DI LIMITARE LA LIBERTA’ DI STAMPA E L’ESERCIZIO DEL DIRITTO DI CRONACA, con affermazioni nelle quali riteniamo identificabile l’uso INTIMIDATORIO DELLA DENUNCIA CONTRO I GIORNALISTI.
Di tutto questo, ovviamente, abbiamo già informato l’Ordine dei giornalisti (leggerete tra qualche riga), l'osservatorio Ossigeno per l'informazione e invieremo una segnalazione all’Autorità garante della Comunicazione, così come adotteremo ogni altra azione di tutela, perché si definisca se il comportamento dell’azienda nei confronti della nostra testata è identico a quello adottato nei confronti di ogni altra testata, oppure se, alla luce delle citate denunce e delle diffide, si possano tracciare i contorni di un’azione “mirata” solo allo scopo di colpire certastampa.
E ora, i fatti.
Due giorni fa abbiamo pubblicato QUESTO ARTICOLO. Un articolo come tanti, una notizia di “servizio”, che informa i cittadini di un lavoro in corso (spiegando anche i motivi dei ritardi, grazie alla collaborazione della ditta) e che riferisce di un problema segnalato dagli anziani. Articolo corredato da fotografie e da un video. Ventiquattro ore dopo, la TeAm, nella persona del presidente Sergio Saccomandi, ci invia una diffida che recita:
«… l'articolo (con foto e video allegati), oltre ad apparire altamente lesivo e dichiaratamente diffamatorio dell'immagine di questa società, nonchè assolutamente ingannevole sotto il profilo del dato obiettivo, viola l'art. 24 lett I) del "Regolamento comunale di Polizia mortuaria e gestione dei servizi cimiteriali". Appresa la notizia dalla stampa il sottoscritto, nella sua qualità di legale rappresentante della Te.Am. Teramo Ambiente s.p.a., ha immediatamente informato le Autorità competenti. Tanto premesso, lo scrivente invita e diffida Codesta società a rimuovere immediatamente l'articolo in oggetto, oltre alle foto ed ai video allegati. Con espressa riserva di formulare richiesta dì risarcimento di tutti i danni subiti e subendi. In attesa di sollecito riscontro, porge distinti saluti».
Avete letto bene
«…altamente lesivo e dichiaratamente diffamatorio dell'immagine di questa società, nonché assolutamente ingannevole sotto il profilo del dato obiettivo…»
Signor Presidente Saccomandi,
cosa c’è di “altamente lesivo e diffamatorio” nel raccontare della riapertura di una parte del portale?
Cosa c’è di “altamente lesivo e diffamatorio”, nel riportare la garbata lamentela degli anziani?
Cosa c’è di “altamente lesivo e diffamatorio”, nell’intervistare il titolare della ditta?
Ce lo spieghi, per favore, ci aiuti a comprendere quanto sia lesiva e diffamatoria la verità, perché solo di quello si tratta, della verità di un fatto.
Ma, soprattutto, ci spieghi quale sia “il dato obiettivo” che abbiamo riportato in modo “ingannevole”. Sono forse le fotografie? Ma le foto sono per loro natura un “dato obiettivo”. Cos’è che la offende? Quel pannello elettrico trasformato in deposito di bottigliette di plastica? Perdoni, ma non è lei il presidente della società che pulisce Teramo e gestisce il cimitero? E allora, faccia pulire no? E magari punisca chi ha offerto un’immagine come quella del nostro camposanto. Oppure, magari la infastidiscono quelle lapidi spezzate? O forse quella Panda (vostra) parcheggiata sull'erba?
Ma la cosa che più ha solleticato la nostra fantasia, sia pure nel corso della lettura di una tristissima manifestazione di arroganza burocratica quale è la sua diffida, è quel riferimento al fatto che il nostro articolo «…viola l'art. 24 lett I) del "Regolamento comunale di Polizia mortuaria e gestione dei servizi cimiteriali..»
Opperbacco, abbiamo violato addirittura la lettera l dell’articolo 24 del "Regolamento comunale di Polizia mortuaria e gestione dei servizi cimiteriali..»? Addirittura? E cosa dice mai, questo terribile articolo 24? Ve lo diciamo noi: « Nei cimiteri è vietato fotografare o filmare cortei, funerali, operazioni cimiteriali senza preventiva autorizzazione».
La preghiamo, presidente Saccomandi, lei che è del mestiere e che ha un occhio sicuramente più attento, potrebbe dirci dove in QUESTO VIDEO lei vede un corteo funebre, un funerale o una operazione cimiteriale?
E non solo, davvero lei ritiene che «l’art. 24 lett I) del "Regolamento comunale di Polizia mortuaria e gestione dei servizi cimiteriali..» sia dominante sull’articolo 21 della Costituzione, che è quello che ci consente di fare il nostro mestiere?
O magari, qualcuno nel suo - mi risulta nutrito - staff di comunicatori, le ha spiegato che le regole aziendali sono più importanti del diritto di cronaca, quando lo si applica al racconto dell’uso del pubblico denaro o all’attività di un’azienda di proprietà dei cittadini?
Ma la cosa più grave, signor Presidente, è che lei ha considerato possibile chiedere la rimozione di un nostro articolo, attribuendosi un potere che - pensi un po’ - in questo pur sgangherato Paese non spetta neanche alla magistratura.
Su questo, la invito a contattare il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo, Stefano Pallotta, che le spiegherà quanto sia grave questa sua pretesa di censurare un nostro articolo, sulla base di un ipotetico contenuto “altamente lesivo e diffamatorio”.
Da ultimo, visto che in questa occasione lei è stato insolitamente ricettivo e - addirittura - ha voluto rispondere, le ricordo che siamo sempre in attesa di sue risposte ad altre domande.
Gliene ricordo giusto un paio, o tre:
Comè possibile che il forno crematorio produca utili anche se non esiste?
Com’è possibile che nel piano industriale ci siano 40 operai che vanno a fare un lavoro che non esiste?
Quali sono le attività del “progetto di comunicazione istituzionale con produzioni” per il quale la Team spende da settembre 2022 e fino a settembre 2023, ben 1250 euro al mese?
In attesa della prossima diffida, la salutiamo